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Si vedono i risultati della terapia che cura insieme leucemia e infezione

Smentita la notizia che il Cavaliere si sarebbe seduto in poltrona. Zangrillo: "Chi sta in terapia intensiva non può deambulare, queste si chiamano fake"

Si vedono i risultati della terapia che cura insieme leucemia e infezione

Dall'Ospedale San Raffaele di Milano dov'è ricoverato il presidente Silvio Berlusconi, i segnali sono incoraggianti. Nei giorni scorsi emergevano solo «cauto ottimismo», «lento miglioramento». Ma ieri c'è stato un salto di qualità. Dal bollettino medico emerge che le terapie stanno funzionando in un corpo che manifesta grande volontà di reazione, Si sparge la voce che il Cav si sarebbe alzato dal letto e seduto in poltrona, e sarebbe stato sottoposto ad alcuni esercizi respiratori. Notizia bollata come fake dal professor Zangrillo: «Bisogna attenersi al comunicato firmato da me e Ciceri. Se un paziente è in terapia intensiva cardiochirurgia vuol dire che non può alzarsi e camminare. Se su qualche testata anche di grande richiamo escono notizie che non rispondono al vero sono quelle che in gergo si chiamano fake che io preferisco chiamare minchiate». E si legge: «Si è assistito a un progressivo e costante miglioramento delle funzionalità d'organo monitorate». E poi si aggiunge come viene curato Silvio Berlusconi: «Terapia citoriduttiva, antimicrobica e antinfiammatoria». In sostanza, viene trattato con chemioterapia, con antibiotici e con antinfiammatori.

La prima è la cura specifica per la leucemia mielomonocitica cronica (Lmmc) a cui si è aggiunta la complicanza polmonare che viene invece «domata» con antibiotici e antinfiammatori. Due strade parallele che necessitano di farmaci diversi. E mentre per l'infezione polmonare, l'organismo reagisce all'antibiotico nel giro di qualche giorno, alla cura chemioterapica serve più tempo affinché faccia la sua parte in una malattia del sangue che si è riacutizzata.

Ma la Lmmc è una patologia ben conosciuta agli esperti delle malattie del sangue. «Di solito si manifesta nelle persone anziane spiega Paolo Corradini Direttore del Dipartimento di Ematologia dell'Istituto nazionale dei tumori ma se la malattia viene monitorata e curata, chi ne viene colpito è in grado di svolgere una vita attiva per lungo tempo anche se è in età avanzata».

In effetti, l'età media alla diagnosi di LMMC è di circa 70 anni ed è stimata intorno a 4 casi su 100.000 abitanti. È una malattia provocata da anomalie molecolari acquisite a livello della cellula staminale. In generale, le neoplasie del sangue costituiscono circa il 15 per cento dei tumori umani, ma alcune forme possono essere particolarmente rare. La LMMC - si legge sul sito dell'Associazione Italiana contro le leucemia - è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative, ed è una malattia caratterizzata dall'aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti. Questa patologia spiegano gli scienziati è eterogenea e compare solitamente in età avanzata e che può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Comunque, vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature.

I segnali e i sintomi della LMMC sono variabili e comprendono anemia, sanguinamenti, facile formazione di ematomi, infezioni ricorrenti, ingrandimento di fegato e milza (epatosplenomegalia), sudorazioni notturne, perdita di peso.

Proprio per il fatto che la LMMC è una forma di leucemia cronica e non acuta, cioè molto più aggressiva, le cure funzionano anche sugli anziani. A volte però la malattia si riacutizza e servono trattamenti più mirati per abbattere i valori dei globuli bianchi. La chemioterapia è la cura che ritengono tutti gli esperti necessaria. In genere si usa la azacitidina, un farmaco che si somministra per via endovena in via sottocutanea per sette giorni. Esiste anche la chemioterapia in pastiglie che non provoca effetti collaterali sgradevoli come la nausea e la caduta dei capelli.

Per contenere il più possibile la malattia si ricorre anche all'uso di prodotti citoriduttivi. In questo momento i farmaci più usati sono biologici di ultima generazione che funzionano molto bene proprio nei casi di leucemia mielomonocitica cronica.

La cura definitiva per guarire dalla malattia cronica sarebbe il trapianto di midollo osseo ma in genere dopo i 65 anni non si utilizza perché non si ottengono i risultati sperati.

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