Europa

Stiglitz fa il gufo: "Italia a rischio recessione". Le stime Ue e Fmi lo smentiscono

Uno sente parlare di "soppressione degli strumenti democratici" e la mente corre a posticini come la Russia o la Corea del Nord. Invece no, il soggetto è l'Italia

Stiglitz fa il gufo: "Italia a rischio recessione". Le stime Ue e Fmi lo smentiscono

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Uno sente parlare di «soppressione degli strumenti democratici» e la mente corre a posticini come la Russia o la Corea del Nord. Invece no, il soggetto è l'Italia. E a dire certe cose non è un complottista da bar, ma un premio nobel per l'Economia come Joseph Stiglitz nel corso di un'intervista rilasciata a Repubblica a margine del suo intervento al Festival dell'Economia di Trento. L'esperto sferra un attacco puntuto al governo Meloni, accusato di «incompetenza» nella gestione dei fondi europei del Piano di ripresa e resilienza.

«Questi fondi sono molto importanti per lo stimolo fiscale», ha spiegato Stiglitz, «decisivo per controbilanciare gli effetti dell'inasprimento della politica monetaria. Ma se continuiamo a gestire i finanziamenti in questo modo, la recessione sarà sempre più probabile». Insomma, sull'Italia arriva l'ennesima autorevole gufata dopo quelle di Goldmans Sachs, che suggeriva di vendere i Btp, e di Moody's, che metteva l'inasprimento delle condizioni del credito e i ritardi nell'attuazione del Pnrr tra le motivazioni che avrebbero potuto portare a declassare il debito di Roma. Finora, però, tutti gli oscuri presagi sono stati smentiti: il Pil italiano cresce al di sopra delle attese da oltre due anni. L'ultimo guizzo è proprio del primo trimestre, dove la crescita è stata dello 0,5%, superiore alla media Ue e a Paesi come Germania e Francia. E mentre il secondo trimestre è previsto da Confindustria ancora positivo, seppur in rallentamento, le ultime stime della Commissione Ue prevendono per l'Italia una crescita dell'1,2% per il 2023 mentre per il Fondo monetario internazionale potrebbe arrivare all'1,1%. L'export tiene e quest'anno alcune stime lo vedono in crescita a 650 miliardi di euro. Anche il mercato del Lavoro continua a dare segnali di vitalità, con l'occupazione al 60,8% che è un livello record per l'Italia.

Ma del resto, prima di ogni attacco, è lo stesso Stiglitz che mette le mani avanti e ammette di non avere «piena conoscenza in dettaglio dell'economia italiana». Ma oltre a non conoscere bene l'economia italiana, probabilmente Stiglitz non conosce nemmeno il Pnrr e i fondi europei. Altrimenti capirebbe che la presunta «incompetenza» non può avere inciso sulla terza rata, quella in ritardo, che riguarda obiettivi di dicembre per i quali l'attuale governo (entrato in carica a fine ottobre) c'entra fino a un certo punto. Così come se si considera che, come riporta il Corriere della Sera, il nodo principale per lo sblocco della rata riguarda il Superbonus grillino e la sostituzione di caldaie a gas con altre a gas (l'Europa voleva che si sostituissero quelle a olio).

Quanto ai possibili ritardi sulla rata di giugno, i nodi riguardano per lo più bandi per asili nido, colonnine di ricarica per auto e stazioni a idrogeno. Ma, anche in questo caso, i problemi arrivano da lontano: non è da oggi che l'Italia fatica a fare opere pubbliche e a spendere i fondi Ue. La competenza dell'attuale governo c'entra poco. E sempre da Trento l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha detto che sui fondi Ue «va fatto il massimo», ma ha precisato che «l'Italia va abbastanza bene»: il triangolo «Milano-Torino-Genova è stato sostituito da Milano-Bologna-Venezia.

L'economia italiana strutturata così va avanti anche senza Pnrr, perché ha la sua forza, il Pnrr serve a tutto il resto».

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