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Lo stop di Valditara: "Basta casi Pioltello"

Il ministro: "Non sarà più possibile chiudere le scuole per festività di religioni non riconosciute"

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Detto, fatto! Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non ha perso tempo e sta lavorando per cambiare le regole della scuola. Lo ha confermato lui stesso, ieri, nel corso del question time alla Camera: «Non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato», ha detto il ministro con fermezza ai deputati del Partito Democratico che lo hanno interrogato dopo le polemiche sulla scuola di Pioltello che ha deciso di chiudere e sospendere le lezioni per celebrare il Ramadan. Una scelta divisiva che ha scatenato le ire del centrodestra e animato la sinistra che, sull'istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, ha fatto una battaglia. L'ennesima. In nome dell'integrazione e dell'inclusione. «Il ministro Valditara ci spieghi come intende avviare un provvedimento normativo che disciplini il calendario scolastico senza limitare e ledere il principio costituzionale dell'autonomia scolastica» hanno tuonato i dem capitanati dall'onorevole Irene Manzi.

«La futura normativa allo studio non sarà contro questa o quella religione, ma sarà concepita per garantire la difesa della legalità, per favorire una scuola ordinata e per assicurare il principio di non discriminazione fra le religioni e le nazionalità. Siamo fermamente convinti che l'integrazione si fa tenendo le scuole aperte» ha risposto il ministro, che ha anche spiegato come il governo intende muoversi: «La norma che stiamo studiando è molto semplice: non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano. Ovviamente senza nessuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che, invece, vogliono festeggiare quelle ricorrenze e per questo saranno giustificati se rimarranno a casa. Una norma che si inserisce pienamente nel dettato costituzionale, che è pienamente rispettosa dell'autonomia e che è ancor più rispettosa delle competenze regionali a cui spetta la definizione del calendario».

Una risposta poco esaustiva per i democratici che hanno accusato il ministro di aver fatto alla Camera «uno show xenofobo» e di mettere a rischio «l'autonomia scolastica degli istituti». «Esca dalla propaganda ministro, esca» ha ripetuto più volte l'onorevole Manzi in Aula sottolineando come la scuola debba essere «aperta e inclusiva».

«L'autonomia è un valore molto importante della scuola italiana, ma deve essere chiaro: autonomia non significa fare ciò che si vuole» ha detto Valditara, accusato di non conoscere bene la Costituzione. In suo soccorso il leghista Rossano Sasso che, con toni accesi, ha parlato di «islamizzazione della società» citando l'ultimo caso di cronaca. Ad Abbiategrasso, Milano, nel liceo Bachelet, si insegna ad indossare il velo e a parlare l'arabo. Una «contaminazione culturale» che, per il deputato Sasso, rappresenta una «sottomissione».

Giuseppe Valditara, intanto, con 74 sì, 56 no ha incassato l'ok del Senato alla legge sul voto in condotta.

Senza la media del 7 non si passa l'anno e i bulli saranno costretti ai lavori socialmente utili.

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