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La strambata del grillino: "Io deputato assenteista? Faccio politica in barca"

Mura va in vela e salta il 96% delle sedute a Montecitorio. I capigruppo M5s: si dimetta

La strambata del grillino: "Io deputato assenteista? Faccio politica in barca"

Il nuovo orizzonte della politica ha un occhio sul meteo e l'altro sulla balumina. Promette umore alle stelle (cinque) e salute di ferro. D'altronde, parlando di testimonial, guardate la foto che campeggia in pagina: chi non ambirebbe a raggiungere quel delicato equilibrio tra essere e avere (lo diceva già Erich Fromm)? Chi non se li farebbe tatuare sul braccio, i quattro mori (altro che sfoggiarli sul cotone), pur di meritarsi un presente col vento in poppa? Il sol dell'avvenire sorride all'onorevole grillino Andrea Mura, modello per tutti noi che da anni abbiamo cercato di sfidare l'onda con un occhio al cellulare e l'altro all'Ansa (sempre con quel di più d'ansia). Al punto che sposiamo senza riserve il commento di quel pidino sardo, Roberto Deriu, unico ad aver avuto il coraggio di ammettere: «Approvo Mura senza riserve e lo stimo. Se tutti quelli come lui evitassero di andarci, in Parlamento, o addirittura di candidarsi, saremmo a cavallo».

Magari a cavallo no, a cavalluccio marino sì, considerato che l'antesignano del dolce stil novo, «pizzicato» dal rivale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, perché «risulta assente da Montecitorio il 96% delle volte» (dati OpenParlamento), si è difeso con un candore disarmante. Innocenza che solo una vita sana in mezzo al mare può concedere. Vero, ha ammesso in un'intervista alla Nuova Sardegna. Ma «l'attività politica non si svolge solo in Parlamento, si può svolgere anche su una barca. Io l'ho detto fin dall'inizio, anche in campagna elettorale, che il mio ruolo, più che quello di parlamentare, sarebbe stato di testimonial a difesa degli oceani».

Poco importa se l'implacabile invidia nutrita da Cappellacci porta a ricordare come la Sardegna non sia circondata dal Pacifico, ma da un (ancora più inquinato) Mediterraneo, e a far chiedere da tutti (persino dai capogruppo grillini) immediate dimissioni. Mura, dall'alto della sua coffa (se non ce l'ha, la monti) semplicemente se ne straorza, delle miserie terrestri. Tipo quell'odiosa faccenda dello stipendio, i 20mila euro e rotti che affluiscono magicamente, come portati dalla marea, ogni mese sul suo conto corrente (appunto: del Golfo). «È probabile che quei soldi finiscano nel fondo del microcredito istituito dal M5S. Ci sto pensando», promette. Avrà tempo di farlo durante la «rotta del Rum», regata novembrina in solitario cui oggi sta dedicando ogni sforzo. «Mi sveglio alle 5 del mattino e mi precipito a preparare la barca. Dalle 10 alle 13 in ufficio a Cagliari per il lavoro da deputato. Pranzo alle 14, alle 16 di nuovo in ufficio per rispondere alle email, poi palestra dalle 19 alle 21».

Una vitaccia, ma per affrontare questa sfida che porta ogni quattro anni le imbarcazioni dalla Francia ai Caraibi bisogna essere in ottima forma. «Capisco l'incredulità - concede -, ma io l'ho detto fin dall'inizio che non volevo fare il parlamentare ma il testimonial per salvare gli oceani dalla plastica. Ora nella regata userò la mia barca davanti a due milioni e mezzo di spettatori e a 90 milioni di telecamere per trasmettere un messaggio fondamentale: salvate gli oceani dalle microplastiche... Per la prima volta uno sportivo ancora in attività sarà testimonial della Camera su un tema che interessa tutti. Il movimento mi appoggia. D'altronde, con la maggioranza schiacciante che i 5s hanno alla Camera, che io sia presente o meno non fa alcuna differenza». E su questo non c'è il benché minimo dubbio.

Anche quelle rare volte che Mura si fa vedere.

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