Guerra in Israele

Stretta Ue contro Hamas. Al bando in Germania. E la Francia vieta i cortei

Scholz: "Stop ai filo-terroristi. Dopo Auschwitz noi sempre con Israele". Parigi, 100 blitz antisemiti

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Archiviato il tempo delle ambiguità, di fronte a manifestazioni e sit-in che negli anni hanno liberamente inneggiato alla resistenza armata palestinese contro Israele, l'Europa prende coraggio. Rialza la testa. Attiva le sue antenne come mai prima, segnando forse una prima, reale, comprensione del fenomeno Hamas, tutt'altro che limitato a ciò che accade nella Striscia di Gaza. Ieri un durissimo discorso al Parlamento tedesco di Olaf Scholz ha dettato la linea di Berlino: «La nostra storia, la nostra responsabilità derivante dall'Olocausto, ci impone il dovere perenne di difendere l'esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele». Perciò il ministero dell'Interno vieterà a Hamas di operare in Germania anche attraverso i suoi sostenitori. «Un'associazione come Samidoun, i cui componenti festeggiano in strada i più brutali atti di terrore, sarà messa al bando - ha spiegato il cancelliere - la nostra legge sulle associazioni è una spada affilata, e la useremo».

Lo stop segue la manifestazione di sabato, giorno dell'attacco di Hamas a Israele. Un corteo di giubilo a Neukoelln, distretto sud-orientale di Berlino. Mentre la tv trasmetteva l'orrore, i militanti di Samidoun distribuivano dolci ai passanti «per celebrare la vittoria della resistenza», come scritto su Instagram dall'organizzazione. Hamas, già bollata come sigla terroristica da Ue, Israele, Usa, Canada e Giappone, ha finora potuto contare su una fitta rete di supporter in Occidente: da oltre 15 anni. Non solo nelle comunità arabofone o tra i figli di immigrati residenti in Europa, ma pure nelle università e nelle piazze promosse da gruppi afferenti alla sinistra. Il segnale tedesco ha dunque un peso storico: viene da socialdemocratici e Verdi. Ma la messa al bando di ogni sostegno pubblico, anche solo ideologico, alle azioni di Hamas, è arrivata ieri pure dalla Francia di Macron. In tv, l'inquilino dell'Eliseo ha ribadito che «è un gruppo terrorista e la risposta deve essere forte e giusta». Vigilanza assoluta in piazze e sui social, in una Francia che conta già un centinaio di atti antisemiti in soli sei giorni. Il ministro dell'Interno Darmanin ha ordinato il pugno duro: divieto in tutto l'Esagono di manifestazioni filo-palestinesi e nuove vie per sciogliere la sigla La Palestine vaincra, considerata apologa d'Oltralpe dei metodi di Hamas. Ieri sera diverse manifestazioni in varie città del Paese sono state disperse dalla polizia. La più grande si è tenuta a Parigi e ha radunato circa 3.000 persone. Per scioglierla sono stati usati lacrimogeni e idranti. Dieci i fermati e 24 le persone denunciate.

Cambiano rotta anche i Paesi che considerano «terrorista» solo l'ala militare di Hamas, le Brigate al-Qassam. In Svizzera la Commissione sicurezza del Consiglio nazionale ha chiesto di classificare Hamas come terroristica. Le cancellerie europee stanno ovunque riconsiderando la propria posizione. Come dopo l'11 settembre 2001 cambiano gli occhiali con cui leggere la storia.

E pure Vienna blocca le manifestazioni dopo un paio di cortei con slogan pro Hamas. Nel Regno Unito potrebbe non essere più «legale» sventolare una bandiera della Palestina per strada: se fatto per mostrare sostegno ad atti di terrorismo.

In una lettera ai capi della polizia di Inghilterra e Galles la ministra dell'Interno Suella Braverman ha infatti esortato gli agenti a usare «tutta la forza della legge» contro eventi pro Hamas. In piazze, scuole e università.

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