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Il successore mancato: niente carisma e molte gaffe

Da mesi sondaggi in caduta libera nonostante la Merkel

Il successore mancato: niente carisma e molte gaffe

Armin Laschet o della vittoria delle tessere di partito sul carisma. Le carte per vincere almeno in teoria le aveva. A giugno del 2017, il mite Armin riporta la Cdu al governo nel Nord Reno-Vestfalia, una roccaforte socialdemocratica ma anche il più grande Land tedesco con quasi 18 milioni di residenti. Laschet, poi, è un cristiano democratico più conservatore di Angela Merkel: il suo è dunque il profilo ideale per un partito stanco di governare con la sinistra e ansioso di recuperare identità conservatrice smarrita venti anni prima con l'uscita di scena del cancelliere Helmut Kohl. Le credenziali di Laschet appaiono ancora più impeccabili alla luce dalla simpatia reciproca fra lui e la cancelliera: il governatore renano è tra i pochissimi, se non l'unico, dirigente Cdu a difendere Merkel dalle critiche per aver aperto le frontiere tedesche a oltre un milione di profughi ad agosto 2015.

Quando a fine 2020 la neopresidente della Cdu ed ex delfina della cancelliera, Annegret Kramp-Karrenbauer, si dimette per evidente incapacità, lui si fa avanti. La pandemia lo obbligherà però ad aspettare fino a gennaio 2021 prima che il congresso lo elegga leader del partito. Il coronavirus gli gioca poi uno scherzo peggiore: le ripetute conferenze stampa di governo e Länder per decidere lockdown e ristori mettono in luce il governatore della Baviera Markus Söder, fratello separato del partito cristiano-sociale. Anche lui ambisce al ruolo di candidato di tutti i moderati. Quale presidente della Cdu, Laschet si imporrà (a fatica) su Söder ma la sua mancanza di carisma viene accentuata dall'esuberanza del bavarese, uomo del fare di cui i tedeschi si innamorano dei sondaggi.

Anche Merkel segnala la sua stima per Söder. Il resto è cronaca: Laschet inforca una gaffe dopo l'altra e ride mentre il presidente Frank-Walter Steinmeier piange le vittime dell'alluvione di luglio.

La sua popolarità si inabissa - è meno popolare anche della novizia Baerbock - e quella della Cdu segue il suo destino. Per evitare un tracollo, Merkel prova in un paio di occasioni a sostenerlo ma è ormai chiaro a tutti che a questo giro i moderati hanno puntato sul cavallo sbagliato.

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