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Summit su terzo mandato e regionali

Domani il confronto tra gli alleati per evitare il voto in aula. La Lega chiede Umbria e Basilicata

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Si cerca una mediazione. Il centrodestra apre il confronto per evitare la conta in Senato sull'emendamento della Lega che porterebbe da due a tre il limite dei mandati per i governatori. Domani, martedì 20 febbraio, è in programma un vertice tra le delegazioni di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Sul tavolo l'intesa per le regionali in Basilicata, Umbria e Piemonte e ovviamente il dossier sul terzo mandato che sta creando tensioni tra gli alleati del governo. Per i meloniani parteciperanno alla riunione il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e il responsabile organizzazione del partito Giovanni Donzelli, per la Lega il ministro Roberto Calderoli e i capigruppo Molinari e Romeo, per FI Francesco Battistoni e Maurizio Gasparri. È chiaro come la trattativa sul terzo mandato, che interesserà soprattutto l'uscente Luca Zaia in Veneto, regione nella quale si sta consumando lo scontro durissimo tra FdI e Lega, si agganci all'intesa sulle candidature per le regionali in primavera. Dopo il passo indietro in Sardegna, la Lega spinge per ottenere la guida del centrodestra in Basilicata. Ma FI non molla: l'uscente Vito Bardi resta il candidato. Il punto di caduta, su cui si ragiona, è uno schema di questo tipo: alla Lega potrebbero andare Basilicata e Umbria mentre FI manterrebbe l'uscente Alberto Cirio in Piemonte. Un accordo che spingerebbe il Carroccio a ritirare l'emendamento al Dl Elezioni sul terzo mandato, che la commissione Affari costituzionali del Senato voterà nella giornata di giovedì. Il caso Veneto resta congelato. Lollobrigida, Gasparri e Calderoli potrebbero trovare un'intesa a queste condizioni: accordo che, naturalmente, dovrà essere bollinato dai leader Tajani, Meloni e Salvini che si ritroveranno insieme mercoledì sera a Cagliari per la chiusura della campagna elettorale di Paolo Truzzu, candidato alla presidenza della regione Sardegna.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in versione pompiere, ha ordinato ai suoi colonnelli di evitare la conta giovedì in Senato. Il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Alberto Balboni (FdI) è cauto: «Si va alla conta? Vedremo... C'è ancora tempo». Maurizio Gasparri, capogruppo FI al Senato, al Giornale spiega: «Non credo l'emendamento della Lega passi. In ogni caso, senza insultare nessuno, FI è contraria al terzo mandato sia per i presidenti di Regione che per i sindaci dei comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti». In attesa del vertice di domani, la situazione è cristallizzata. La Lega, al momento, non fa passi indietro. FI e FdI sono contrari. I numeri potrebbero riservare un clamoroso colpo di scena per due ragioni. Nel Pd si è aperta la una discussione, sulla spinta dei sindaci, sul terzo mandato. Elly Schlein è contraria. Ma potrebbe ordinare ai suoi in commissione Affari costituzionale di votare a favore. Sia per mettere in difficoltà la maggioranza che per accogliere le richieste dei sindaci dem. Oggi è in programma la direzione nazionale per sciogliere il nodo sul terzo mandato.

Secondo: il Terzo Polo potrebbe votare a favore. Alla Camera il deputato calendiano Enrico Costa ha presentato un ordine del giorno in favore del terzo mandato. Meloni ha fiutato il pericolo e ha ordinato: niente conta.

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