Cronaca nera

Svolta sul sequestro Kata: tre sospetti e un furgone

Uno degli indiziati è un parente. Una telecamera ha ripreso un uomo che carica qualcosa a bordo

L'ex-Hotel Astor e un primo piano della piccola Kata
L'ex-Hotel Astor e un primo piano della piccola Kata

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Svolta sul sequestro Kata: tre sospetti e un furgone

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Potrebbe esserci un'accelerazione importante nelle indagini per la sparizione della piccola Kataleya, la bambina peruviana scomparsa da Firenze ormai quasi tre settimane fa. Ieri mattina, su mandato del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e della pm Christine Von Borries, sono scattate nuove perquisizioni per cercare sue tracce anche nei garage del palazzo adiacente l'ex hotel Astor, dove viveva con la madre e il fratellino.

Gli inquirenti, che nei giorni scorsi avevano fatto prelevare il Dna a tutti gli occupanti della struttura da cui il 10 giugno era svanita la bambina, starebbero cercando tracce di tre persone, tra cui un parente della bambina che però al momento non risulta indagato. In particolare, gli investigatori si starebbero concentrando sui locali di una ditta accanto al cortile dell'ex Astor, che risulterebbe gestita da due fratelli italiani (perquisiti come terzi non indagati), dove la piccola Kataleya potrebbe essere stata nascosta per alcune ore. Sempre ieri, i genitori della bambina sono tornati spontaneamente in procura per parlare con il magistrato. Alla base delle nuove perquisizioni c'è l'analisi delle telecamere della zona, che ha permesso di individuare alcuni video potenzialmente illuminanti, registrati tra le 15,29 e le 16,46 (dunque poco dopo l'ultima immagine di Kata, alle 15,13 nelle scale del cortile) da un apparecchio di sorveglianza della ditta, che si attiva grazie a un sensore di movimento. Nel dettaglio, come ricostruito da Repubblica, si udirebbe un rumore sordo come di un oggetto che cade dall'alto, poi - sette minuti più tardi - il suono dell'apertura di un cancello e il rumore di un motorino che entra e parcheggia accanto a un furgone bianco. Poi le immagini di un uomo che apre il portellone posteriore, carica qualcosa all'interno e poi lo richiude prima di uscire dal cancello in retromarcia. L'uomo a bordo del furgone sarebbe poi rientrato alle 16,44: la telecamera l'ha ripreso mentre scende, getta un fazzoletto in un sacco nero, apre la porta di metallo davanti a sé e la richiude dopo pochi secondi, per poi tornare in sella al motorino e ripartire.

Una serie di particolari che hanno spinto gli inquirenti a passare al setaccio anche le auto dei due fratelli per verificare se si tratti di una pista concreta. Il riserbo al momento è massimo: i filmati delle venti telecamere che coprono il quadrilatero dell'albergo sono stati studiati più volte negli ultimi giorni. Occhi puntati sui cancelli di via Boccherini, dove si concentrava il via vai degli occupanti, sull'ingresso principale di via Maragliano e sul cancello raggiungibile solo dopo un percorso particolarmente tortuoso- di via Monteverdi.

Il lavoro sui filmati ha permesso di ricavare una precisa cronologia degli ingressi nelle ore precedenti la scomparsa e nelle ore successive: tutte le persone inquadrate in quella forbice di tempo sono state identificate.

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