Cronache

Taxi, ordigni sui negoziati. E il dibattito in aula slitta

Un'altra giornata di proteste dei manifestanti a Roma. Stralciato a lunedì l'articolo sul ddl per la concorrenza

Taxi, ordigni sui negoziati. E il dibattito in aula slitta

Si infiamma la protesta dei tassisti a Roma nel giorno in cui il governo Draghi vacilla. Davanti a Montecitorio, in via del Corso e nelle strade vicine è il terzo giorno di caos.

Bombe carta, incatenamenti, forti esplosioni di petardi, urla in faccia ai poliziotti in tenuta antisommossa. I tassisti bloccano l'accesso a Palazzo Chigi al grido di «schifosi», «giornalisti terroristi», «andatevene», contro una troupe della Rai. Gremiti anche gli accessi laterali di piazza Montecitorio alla quale nessuno, neppure la stampa, può accedere. Molti i cori intonati contro Uber e Mario Draghi. Ad un certo punto sono anche arrivati gli idranti. Elicotteri sorvolano il centro di Roma, i blindati delle forze dell'ordine la pattugliano.

Centinaia di striscioni, clima da guerra civile, megafoni impugnati da migliaia di tassisti provenienti da tutta Italia, soprattutto da Napoli. Poi la rabbia si placa, dopo che verso il tardo pomeriggio arriva la notizia che il decreto legge Concorrenza, di cui chiedono lo stralcio all'articolo 10, è rinviato a lunedì in discussione a Montecitorio. Si sono susseguiti gli incontri tra i rappresentanti dei tassisti e le delegazioni di Lega, Forza Italia, M5s e Pd. Sul fronte parlamentare, in commissione Attività produttive della Camera dove il testo è approdato dopo l'ok del Senato, da quasi tutti i gruppi sono arrivati emendamenti per lo stralcio dell'articolo 10, anche se al momento il nodo non è stato ancora affrontato. Ma il pressing sul governo arriva anche dai sindacati. Per il leader della Cgil, Maurizio Landini, sussiste la possibilità di stralciare l'articolo 10, dovendo però fare i conti con «tutta l'evoluzione che nel settore c'è sul terreno dell'innovazione digitale». A chiedere una riscrittura dell'articolo è invece il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che sottolinea la necessità di «identificare chi fa che cosa tra Ncc e taxi, definendo con più esattezza ruoli e funzioni». Un appello al governo a discutere e dialogare arriva invece dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, che indica come obiettivo quello di trovare «soluzioni equilibrate e condivise».

«Un incubo» il commento di molti negozianti che vedono i turisti spaventati. Arrivare in centro per visite e shopping è un'impresa ardua da tre giorni. Impossibile trovare un'auto bianca. Almeno il 90% dei mezzi non ha prestato servizio. A Termini, snodo principale, diversi utenti hanno riscontrato disservizi rifugiandosi nello sharing o negli Ncc. Un blocco che ha mandato in tilt il sistema. «Chiamate Uber, così vedrete che significa», la risposta in coro dei tassisti.

La protesta, iniziata il 4 luglio con due giorni di manifestazioni e un corteo con mille persone da piazza della Repubblica a piazza Venezia, ora «va avanti a oltranza» minacciano i manifestanti. Momenti di tensione si sono verificati quando è scoppiata anche una rissa tra tassisti romani e napoletani. «Non bisogna legiferare per accontentare i tassisti violenti, questo è molto grave», la posizione di Francesco Artusa e Luca Notarbartolo, rispettivamente presidente di Sistema Trasporti e di Ncc Italia.

I cinque rappresentanti sindacali dei tassisti che sono incatenati a Palazzo Chigi da tre giorni fanno sapere che resteranno ancora incatenati fino al termine di questa vicenda. «Incatenati oggi per essere liberi domani», ripetono. «Noi garantiamo fino a lunedì una condizione di pace sociale, c'è l'accordo con la Questura.

Oggi sgombriamo la via, ma lunedì saremo qui», promettono i portavoce dei manifestanti.

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