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Torna l’ora solare: bollette più salate

Prolungarla di un mese valeva 70 milioni. Che pagheremo noi

Torna l’ora solare: bollette più salate

Bentornata ora solare? Mai come quest’anno un’ora di sonno in più rischia di mandarci in bolletta. Da oggi potremo svegliarci con la luce del sole ma farà buio sempre più presto. Un’occasione persa, visto che prolungare di almeno un mese l’ora legale avrebbe consentito risparmi in termini di consumi elettrici non da poco. La misura introdotta in Italia nel maggio 1916 e adottata a singhiozzo durante il Ventennio e tra il 1948 e il 1965, si è dimostrata utile: «Nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro», dice Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale. Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro. Ecco perché nelle scorse settimane la Sima (Società italiana di medicina ambientale) aveva provato a convincere l’allora premier dimissionario Mario Draghi a prolungarla. D’altronde, dal 2019 la Ue lascia a ogni Stato membro piena facoltà di farlo. C’era anche l’ok di diversi studiosi: una loro petizione per prolungarla in poche settimane aveva raccolto 265.000 firme: «Numeri da proposta di referendum - hanno detto nei giorni scorsi il presidente di Sima, Alessandro Miani, e il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele - A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi». Facciamo due calcoli. Un’ora di luce naturale al giorno in più, moltiplicata per 147 giorni da oggi al 26 marzo, farebbe risparmiare tra 250 e 300 gigawattora (GWh) di energia. In soldoni significherebbero da 70 a 500 milioni da qui a fine 2022, basandoci sui dati Terna, e oltre 2,5 miliardi per il solo 2023 a cui si aggiungerebbe un taglio di emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di Co2, equivalenti a quella assorbita piantando 2 milioni di nuovi alberi. Per il precedente esecutivo il vantaggio indubbio per la salute di avere un’ora in più di luce naturale di pomeriggio sarebbe stata vanificata dal buio pesto al mattino. Ma in caso di razionamenti dell’energia e di ricorso allo smartworking la ricaduta delle famiglie sul mancato prolungamento dell’ora legale sarebbe ancora più forte.

Chi dorme non piglia pesci ma bollette salate.

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