Coronavirus

"Traffico di influenze". Nei guai l'avvocato vicino a Conte

I pm: Di Donna si vantava di avere amici influenti per accedere agli appalti Covid

"Traffico di influenze". Nei guai l'avvocato vicino a Conte

Accelera l'inchiesta sull'avvocato romano Luca Di Donna, il 42enne ex collega di Giuseppe Conte ai tempi dei rapporti con lo studio legale di Guido Alpa - mentore dell'ex premier - ma considerato molto vicino al leader del M5s anche dopo il suo ingresso a Palazzo Chigi. Su mandato della Procura di Roma sono scattate diverse perquisizioni nelle abitazioni e negli studi professionali non solo di Di Donna ma anche di altri due professionisti indagati. L'ipotesi dei pm romani - coordinati dal procuratore Michele Prestipino e dall'aggiunto Paolo Ielo - è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite. Di Donna - con lui sono indagati altri due avvocati - avrebbe vantato amicizie e conoscenze di alti funzionari pubblici, all'insaputa degli stessi, per ottenere incarichi. Oltre all'associazione e a contestazioni di singoli episodi di traffico di influenze, nel fascicolo ci sarebbero però anche altre ipotesi di reato più gravi.

Di Donna - ordinario di diritto privato alla Sapienza - all'interno della presunta associazione, sarebbe stato capace di muoversi nei palazzi delle istituzioni, spendendo nomi di peso per poter accedere a forniture e appalti pubblici per l'emergenza Covid e non solo. Grazie alle presunte entrature vantate, sarebbe stato un riferimento per aziende private interessate agli affari con lo Stato.

I professionisti avrebbero dunque speso nomi e conoscenze all'insaputa degli stessi pubblici ufficiali «trafficati». E secondo i magistrati si sarebbero mossi nel perimetro della struttura commissariale guidata fino a pochi mesi fa da Domenico Arcuri - che disponeva gli acquisiti di materiale sanitario - ma anche di Invitalia, di cui lo stesso Arcuri è amministratore delegato, e del ministero dello Sviluppo economico. Gli uffici dei tre enti non sono stati interessati dalle perquisizioni, e sia Conte che Arcuri non sono iscritti nel registro degli indagati, entrambi estranei all'inchiesta.

L'attenzione degli inquirenti su Di Donna ha seguito anche i flussi di denaro sui conti dell'avvocato. Una segnalazione per operazioni sospette effettuata dall'autorità Antiriciclaggio e già trasmessa ai magistrati, evidenziava come «tra la clientela del segnalato si riscontrano talune società a partecipazione pubblica riscontrabili tra gli ordinanti dei bonifici in ingresso. Tra esse si menziona la società Condotte immobiliare», finita in amministrazione straordinaria. Sotto la lente era finita anche una serie di bonifici in favore di Di Donna dall'estero per cifre che almeno in un caso superano i 600mila euro. Pagamenti effettuati da società con sedi in Bulgaria e Lussemburgo.

Di Donna, secondo indiscrezioni, negli ultimi mesi sarebbe stato tanto vicino a Conte da aver collaborato alla stesura dello Statuto del M5s, e sarebbe stato tra i nomi individuati per la scuola di formazione politica del Movimento. Tutte circostanze già smentite da Conte contestualmente alla notizia dell'inchiesta sull'ex collega: «È un professore universitario e professionista balzato agli onori della cronaca da quando sono diventato presidente del Consiglio. In passato lo frequentavo, ma da quando sono diventato presidente del Consiglio non l'ho frequentato più. Non so nulla della sua successiva attività professionale: hanno scritto che gli avrei dato incarico di stendere il nuovo Statuto del M5s o di realizzare la scuola di formazione del Movimento.

Sono tutte falsità».

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