Politica estera

Una tregua per i Giochi: il bluff olimpico Putin-Xi

Lo Zar: "Il presidente cinese ne ha parlato, ma la rispettavano solo gli antichi greci". Zelensky: "Non funziona con la Russia"

Una tregua per i Giochi: il bluff olimpico Putin-Xi

Ascolta ora: "Una tregua per i Giochi: il bluff olimpico Putin-Xi"

Una tregua per i Giochi: il bluff olimpico Putin-Xi

00:00 / 00:00
100 %

La linea che separa realtà e narrazioni è una terra di mezzo dove vengono collocate promesse di tregue olimpiche, accordi di pace, ma anche la rafforzata partnership militare tra Mosca e Pechino. Questo in sintesi è quanto emerge dal summit tra Putin e Xi Jinping. Di una tregua olimpica, in occasione dei Giochi di Parigi (dal 26 luglio all'11 agosto), il presidente russo ammette di aver parlato con il leader cinese, di essere d'accordo che si tratti di «una buona idea». «Ma la rispettavano solo gli antichi greci», aggiunge lo «Zar». E «con la Russia non funziona - commenta scettico Volodymyr Zelensky - Chi garantirà che durante il cessate il fuoco le sue forze non si avvicineranno alle nostre per poi passare all'azione»?

Dopo aver deposto ad Harbin una corona di fiori al cimitero dei soldati di Mosca caduti in guerra, il capo del Cremlino ha affrontato con i cronisti i temi dell'incontro, in testa il conflitto in Ucraina, partendo da Kharkiv, dove l'esercito di Mosca ha conquistato 300 kmq, anche con l'aiuto dell'oscuramento dei sistemi Starlink, e marcia su Kupyansk. «Oggi non abbiamo intenzione di invaderla, ma dovevamo creare una zona di cuscinetto per fermare la strage di civili a Belgorod», ha detto Putin. Su un possibile tavolo di trattative, il leader russo mette in dubbio la legittimità di Zelensky. «Il suo mandato è scaduto a marzo e se si tratta di firmare dei documenti, dovremmo farlo con le autorità democraticamente elette». Poi rivela di avere discusso con Xi di una possibile tregua per le Olimpiadi. «Ne abbiamo parlato e a sua volta Xi ne aveva discusso con Macron, trovando parere concorde». Proprio su Macron, che non ha escluso di inviare truppe a Kiev, dice: «Semmai dovesse accadere, prenderemo in considerazione le opzioni opportune», e avverte: «La crescita di Russia e Cina influenzerà lo sviluppo del pianeta. Il futuro dell'umanità dipende in parte da noi».

Una partnership suggellata da un comunicato congiunto che non tranquillizza: «Continueremo a rafforzare la cooperazione militare e ad espandere esercitazioni e addestramenti». Da parte sua Xi garantisce però che la Cina «sosterrà la convocazione di una conferenza di pace internazionale, ma questa dovrà essere riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno, con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni». Parole che svalutano l'utilità e i possibili risvolti del summit svizzero sulla pace (15 e 16 giugno), dove peraltro lo stesso Xi è stato invitato.

Tensioni serpeggiano invece sull'asse Washington-Kiev. Il Pentagono ricorda che l'invio di armi all'Ucraina è per «l'uso sul campo di battaglia», solo all'interno del territorio ucraino. Zelensky replica stizzito che non si può vietare a Kiev di usare armi occidentali per colpire la Russia, perché si tratta di difesa.

Anche ieri la giornata sul campo è stata cruenta. Kharkiv (da dove sono fuggite 10mila persone) è stata nuovamente bombardata, 3 le vittime civili. Colpita anche Odessa, 2 morti. Un'altra vittima, russa, a Bryansk, dopo un raid.

Per la portavoce del Ministero degli Esteri Zakharova, «stanno giocando col fuoco». Cinquemila detenuti ucraini sono pronti ad andare al fronte in cambio della libertà condizionale grazie alla nuova legge di mobilitazione firmata ieri.

Commenti