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Trump, impeachment a rischio flop nel Senato. L'ipotesi di una mozione di censura bipartisan

Ben 45 repubblicani votano per l'archiviazione, un segnale politico chiaro

Trump, impeachment a rischio flop nel Senato. L'ipotesi di una mozione di censura bipartisan

Il primo presidente a finire sotto impeachment per la seconda volta potrebbe essere il primo presidente a essere assolto per ben due volte. Ecco perché - in vista del probabile fallimento dell'operazione anti-Trump - tra i Democratici spunta l'ipotesi di una mozione di censura bipartisan al posto dell'impeachment la cui procedura si apre in Senato il 9 febbraio per istigazione all'insurrezione dopo l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio.

La scelta nasce dalla constatazione che i numeri contro il leader repubblicano non ci sono neanche questa volta, come un anno fa. Lo ha dimostrato il primo test politico sulla questione. Ben 45 repubblicani martedì si sono espressi a favore della mozione di incostituzionalità della messa in stato d'accusa e per l'archiviazione del processo. In questo modo i senatori hanno reso sempre più lontana l'ipotesi che 17 membri del Gop voltino le spalle all'ex presidente votando a favore dell'impeachment insieme con i 50 senatori democratici in modo da raggiungere la maggioranza necessaria dei due terzi (67 senatori su 100). Fra i contrari anche Mitch McConnell, leader dei repubblicani al Senato che nelle settimane scorse si era dimostrato aperto all'eventualità di votare contro il «suo» presidente, accusando Trump di «aver provocato la rivolta. Sentito dalla Cnn, in realtà, non si è sbilanciato: «Il processo non è ancora iniziato. Intendo parteciparvi e ascoltare quali sono le prove», ha detto.

Ma visto l'alto rischio che i voti necessari mancheranno, ecco allora i democratici studiare alternative perché la vicenda non si ritorca contro il partito del neopresidente Joe Biden. I senatori Tim Kaine e Susan Collins stanno proponendo ai loro colleghi una risoluzione bipartisan di censura dell'ex presidente. Anche in questo caso si tratterebbe di una prima assoluta, che coprirebbe il flop dell'impeachment. Nessun altro presidente è stato censurato dopo aver lasciato l'incarico.

Ironia della sorte, per la prima volta nei giorni scorsi, il presidente Biden si era espresso a favore della messa in stato d'accusa di Trump. Nel frattempo il nuovo leader è impegnato in un lavoro frenetico. Ieri l'annuncio di 300 milioni di vaccini anti-Covid entro l'estate e che il 22 aprile gli Stati Uniti ospiteranno un vertice internazionale dedicato ai cambiamenti climatici. Il presidente firmerà anche un ordine esecutivo per sospendere le nuove estrazioni di petrolio e gas nei terreni e nelle acque offshore federali «nella misura del possibile». In occasione della Giornata della Memoria, il leader Usa ha anche svelato la molla che lo ha spinto a correre per la Casa Bianca: «Gli orrori che abbiamo visto e sentito a Charlottesville nel 2017, con nazionalisti bianchi e neonazisti che vomitavano la stessa bile antisemita che abbiamo sentito negli anni Trenta in Europa, sono la ragione per cui mi sono candidato alla presidenza».

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