Cronache

Uccisa e fatta a pezzi, il vicino confessa tutto. "L'ho colpita alla testa"

"Raptus dopo un gioco erotico". Il depistaggio via sms e il cadavere riposto in congelatore

Uccisa e fatta a pezzi, il vicino confessa tutto. "L'ho colpita alla testa"

«Durante un gioco erotico l'ho colpita con un martello alla testa. Poi non ho più capito nulla». Con queste parole Davide Fontana, impiegato di banca milanese di 43 anni, ha confessato di aver ucciso e fatto a pezzi Carol Maltesi, 25enne italo-olandese, mamma di un bimbo di 6 anni. Dopo quasi dieci giorni dal ritrovamento di quel cadavere massacrato e abbandonato in Valcamonica, ora la vittima ha un nome. A molti era nota come «Charlotte Angie» nome d'arte che l'attrice del Varesotto usava nel mondo dell'hard.

E sono stati proprio alcuni suoi follower i primi a ipotizzare che quel corpo trovato il 20 marzo scorso a Borno potesse essere di Carol. Da quel momento, la svolta nelle indagini. Il teatro dell'orrore è una piccola corte a due piani a Rescaldina, nel Legnanese. È lì che vivono vittima e carnefice, in due appartamenti uno accanto all'altro. La giovane si era trasferita da alcuni anni nella zona e lì lavorava come commessa. Un mestiere che alternava a quello di pornostar amatoriale, «content producer per adulti» - questa la definizione che di se stessa dava nelle interviste. Lui, invece, oltre al lavoro in banca gestiva il blog di cucina «storie di food».

Quello tra la vittima e il 43enne, che avevano avuto una relazione, era un rapporto di fiducia, tanto che lui aveva le chiavi di casa della giovane e l'aveva anche accompagnata a qualche casting, come raccontano le ex colleghe. Ma qualcosa dev'essere andato storto, in quella drammatica notte di fine gennaio: dopo aver ucciso Carol, Davide Fontana prende delle cesoie e la taglia in oltre 15 pezzi: testa, piedi, mani, braccia, gambe, persino lo sterno. La testa decapitata e poi bruciata, per renderla irriconoscibile.

Lo stesso Davide Fontana, nelle oltre tre ore di interrogatorio in caserma a Brescia, racconta poi di avere acquistato un congelatore, installato nell'abitazione della donna, appositamente per nascondere i resti di Carol. E lì, in casa, sono rimasti per due mesi. Fontana fa persino credere che la ragazza sia ancora viva, continuando a pagare l'affitto della 25enne e rispondendo agli sms ricevuti spacciandosi per lei. Poi, il 20 marzo scorso, la decisione di disfarsi del corpo: caricata l'auto di Carol con quattro sacchi pieni dei suoi resti, si mette alla guida fino alla Valcamonica. Si ferma al confine tra Brescia e Bergamo e getta i sacchi a un passo dal dirupo. Le telecamere di Borno, piccolo borgo a mille metri d'altezza, registreranno l'auto di Carol Maltesi essere passata proprio quel giorno, con un uomo alla guida.

Due vite parallele, quelle dell'attrice Charlotte Angie e della donna Carol Maltesi. La prima sempre sotto i riflettori con migliaia di follower sui social, la seconda in profonda solitudine, al punto che dalla fine di gennaio nessun parente, familiare o amico ne aveva denunciato la scomparsa. «Solo la mamma con alcuni messaggi Whatsapp e l'ex compagno, sempre con messaggi. Al telefono nessuno», ha detto agli inquirenti Davide Fontana, che proprio lunedì mattina - poche ore prima dell'arresto - si era recato alla stazione dei carabinieri di Rescaldina per sporgere denuncia, accompagnato da un'amica. L'ennesimo tentativo di un depistaggio protrattosi per mesi. «Ariete atipico, calmo e razionale ma testardo e determinato a raggiungere gli obiettivi prefissati» - così si racconta Fontana sul suo blog. Su Instagram il 43enne ha però anche un altro profilo, unicamente dedicato a fotografie di ragazze con nomi di fantasia.

Il 13 marzo scorso, quando ormai Carol era già morta da mesi, l'uomo pubblica una foto di «Charlotte Angie».

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