Cronaca nera

Le ultime ore di Giulia. L'agguato, il viaggio e le 20 coltellate fatali. "Abbandonata morta"

Colpita sabato sera in una strada industriale di Fossò, caricata nel bagagliaio e "finita" dopo oltre cento chilometri. Il cadavere coperto dai sacchi e nascosto sotto una roccia nel dirupo

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Non si è disfatto del corpo di Giulia come un pacco, gettandolo o facendolo rotolare in una scarpata. Dopo aver massacrato la sua ex fidanza, Filippo ha tirato fuori il cadavere dal bagagliaio dell'auto, e lo ha portato in spalla giù per il dirupo, tra Piancavallo e il lago di Barcis, in Friuli, dove sabato è stato trovato, nascondendolo sotto ad una grande roccia, in modo che non si vedesse dalla strada. Prima di abbandonarlo, lo ha coperto con dei sacchi neri, probabilmente per occultarlo alla vista di eventuali ricercatori. O forse per preservarne i resti in un estremo gesto di pietà.

È questa l'ultima ricostruzione degli inquirenti dopo gli esiti dell'ispezione esterna della salma svolta dal medico legale nominato dalla Procura di Pordenone, che non ha trovato alcun segno di caduta o di trascinamento. Giulia era già morta quando Filippo si è sbarazzato di lei lungo la tortuosa strada della Val Caltea, già una settimana fa, verso le 3 di domenica mattina. Dunque poche ore dopo l'aggressione immortalata sabato sera dalle telecamere di videosorveglianza dello stabilimento Dior di Fossò, in provincia di Venezia. In quel video, un pugno nello stomaco per chi sperava ancora in un epilogo meno drammatico della vicenda, si vede Filippo che colpisce Giulia alla testa, anche se non si capisce bene con cosa, prima di caricarla nel bagagliaio apparentemente già esamine. Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte, ma gli investigatori ritengono che il decesso sia stato cagionato dalle numerose coltellate, almeno venti, inferte alla testa e al collo con grande violenza mentre Giulia cercava disperatamente di difendersi, come dimostrano i tagli a mani e braccia. Una tesi che fa ipotizzare una seconda fase dell'aggressione, forse in un luogo diverso. Ma questo potrà dirlo solo il ragazzo, quando sarà interrogato. Al momento gli inquirenti hanno il video e un coltello spezzato, trovato nella zona industriale di Fossò nei giorni scorsi, anche se si è saputo solo ieri. Non è ancora certo che si tratti di quello usato per colpire Giulia. Sarà comunque la procura di Venezia a ricostruire la dinamica del delitto, anche se si fosse consumato in provincia di Pordenone, perché a stabilire la competenza territoriale è il primo reato, quello di sequestro di persona, avvenuto in veneto, dopo che Giulia aveva accettato di cenare con Filippo in un centro commerciale di Marghera. Un hamburger da Mc Donald chissà se chiacchierando dell'imminente laurea della ragazza, in programma il giovedì successivo. Un traguardo che Filippo non vedeva di buon occhio perché temeva lo avrebbe ulteriormente allontanato da lei. Forse questa la causa della sua follia. Accade tutto in una manciata di ore, tra sabato e domenica. Prima un testimone li vede litigare in un parcheggio in un centro abitato di Vigonovo, poco distante da casa di Giulia. Poi l'aggressione ripresa dalle telecamere, la giovane che cerca di scappare, lui che la rincorre, la colpisce e la carica in macchina. È l'inizio di una lunga fuga, con alcune tappe - si scopre poi - pensate proprio per disfarsi della salma. Alle 3 di domenica mattina l'utilitaria nera di Filippo imbocca una stradina della Val Caltea che conduce a Barcis, si ferma in una piazzola di sosta, scarica il corpo di Giulia, portandolo in spalla per una ventina di metri dentro il bosco, con la sola luce proiettata, in alto, dai fari dell'auto rimasta accesa sulla carreggiata. Prima di congedarsi per sempre dal corpo della ex fidanzata, nascondendolo dietro ad un grande masso, lo copre con alcuni grandi sacchi neri.

Un altro elemento che rafforza il sospetto della premeditazione, oltre al fatto di essere uscito con un coltello per andare a cena con la sua ex.

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