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"Il vero bavaglio in tv è per chi critica l'aborto"

La vicedirettrice del Tg1, Incoronata Boccia, nella bufera: "Ho detto che è un delitto e chiedono il mio licenziamento"

"Il vero bavaglio in tv è per chi critica l'aborto"

Incoronata Boccia, vicedirettrice del Tg1, è stata travolta da feroci critiche dopo aver espresso il suo pensiero sull'aborto a Che sarà su Raitre. Il Pd ha chiesto addirittura che sia cacciata dal suo incarico. Lei resta calma e decisa nelle sue convinzioni e reclama la libertà di pensiero garantito dalla Costituzione.

Incoronata, il suo pensiero sull'aborto non le ha risparmiato attacchi molto violenti. Ritiene di essere stata fraintesa?

«No, il clamore me l'aspettavo, non mi sorprende. Ma siccome sono una persona libera e sposo il pensiero di Papa Francesco quando dice che i cristiani che non hanno coraggio sono cristiani inutili, penso che si debba avere il coraggio di esprimere le proprie convinzioni liberamente. Vale per tutti, non solo per i cristiani».

Serena Bortone l'altra sera ha reclamato il diritto al dissenso, e quindi di potere mandare in onda il monologo di Scurati.

«Appunto. E io rivendico esattamente la stessa libertà e il mio diritto al dissenso verso il pensiero dominante che vuole mettere a tacere tutte le altre voci. Io non entro nel merito della 194. Penso che sia giusto applicarla nella sua interezza. Anche nell'articolo 2».

Dicono che lei aspiri a uno Stato etico.

«Ma per carità. Io voglio lo Stato di diritto. E che le leggi siano rispettate. Tutte. Anche quella sull'aborto. Poi io penso che un aborto sia la soppressione di una vita. E penso che la soppressione di una vita si chiami delitto».

Lei condanna le donne che abortiscono?

«No. E l'ho detto nel mio intervento in tv. Non c'è nessuna condanna da parte mia verso le donne che abortiscono. Non c'è nessun giudizio. Non sono nessuno per giudicare un'altra donna o un altro uomo. Non è mio compito. Io sento verso di loro una compassione nel senso più alto del termine, di compartecipazione al dolore delle donne che abortiscono. Però rivendico di poter parlare in modo laico dell'aborto».

Laico?

«Sì, come fecero tante personalità non cattoliche. Un gigantesco intellettuale come Pasolini. Un grande filosofo come Norberto Bobbio. Anche loro vedevano nell'embrione la vita umana».

Lei pensa che l'embrione sia umano?

«Lì per me c'è la scintilla della vita, non posso negarlo in coscienza».

È stata accusata di essere filogovernativa.

«Che c'entra con l'aborto il governo? Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega hanno detto molte volte e con estrema chiarezza che la 194 non si tocca. A maggior ragione mi prendo la libertà di fare una mia valutazione. Che non c'entra niente con la legge».

Parlare d'aborto porta voti?

«No, li fa perdere».

Cosa prova per le donne che abortiscono?

«Piena solidarietà e profonda compassione. Ma non parlatemi di diritto. Di traguardo. L'aborto è una situazione di fatto alla quale la legge cerca di adattarsi. Non è un traguardo».

Bisogna cercare di ridurre gli aborti?

«Chi abortisce? Spesso le donne più deboli, economicamente, culturalmente, socialmente. Vogliamo aiutarle? Guardi, io mi sarei aspettata una levata di scudi delle femministe, delle donne a mio sostegno. Essendo l'aborto una scelta estremamente dolorosa per le donne, non è negandone la gravità, l'importanza, che si aiutano le donne».

Trova crudele far ascoltare a una donna, prima di abortire, il battito del cuore di un bambino?

«No. È un'ipocrisia pensare che sia crudeltà. Un'ipocrisia come quando in un'esecuzione capitale si infila un cappuccio nero sul volto del condannato perché non veda».

Lei rivendica tutto quello che ha detto, nonostante le polemiche?

«Ogni parola, perché ho parlato secondo coscienza. Vorrei che si sgombrasse il campo dalle mistificazioni e strumentalizzazioni fatte sulle mie parole».

Cos'è che le ha fatto più male leggere?

«Aver fatto del male con le mie parole ad altre donne. E quello invece che mi ha sbalordito, indignato e addolorato, che qualcuno abbia detto che io con le mie parole mi sia messa fuori dal perimetro democratico, perché sto attentando alla legge dello Stato. Cosa non vera. E addirittura che venga messa in discussione la mia agibilità professionale».

Chi si è indignato per Scurati ora dice: la Boccia non può più ricoprire il suo ruolo

«Così salta tutto. Questa è la vera, pericolosissima censura in nome di un pensiero dominante. Quando io svolgo il mio lavoro lo faccio seguendo i principi di pluralismo, imparzialità, terzietà. Sempre! Perché devo dare voce alle persone, alla complessità del nostro tempo e alle diversità di posizioni. Invece, quando vado in un programma e si dà voce a me, parlo io. Quella è la mia posizione. Non rappresento nessuno se non me stessa».

Le sue parole sull'aborto spesso sono state pronunciate dal Papa?

«Sì, ma sa com'è: quando parla il Papa i giornali lo prendono un po' à la carte: questo sì, questo no. Se parla di guerra, o di migranti, allora tutti gli danno grande spazio. Se parla contro l'aborto, silenzio. Forse pochi sanno che il Papa ha definito sicari i medici che praticano l'aborto. Una parola che tremo solo a ripetere.

Pensi se l'avessi detta io una cosa così».

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