Il vizio di fare della Ue il capro espiatorio

Il vizio di fare della Ue il capro espiatorio

Se piove, il governo è ladro. Per tutto il resto, invece, è colpa dell'Europa. La crisi economica, il terrorismo, la pandemia e ora la guerra in Ucraina: la responsabilità è della Ue, un signor Malaussène mondiale, che come il personaggio di Pennac di mestiere fa il capro espiatorio.

Intendiamoci, le debolezze dell'Unione europea, che si annidano fra le pieghe della sua burocrazia e affondano le radici in una frammentarietà politica, economica e militare mai sanata, sono reali, neppure i più convinti europeisti le negano. Questo Giornale da decenni denuncia le storture di una struttura sovranazionale spuria, in cui gli egoismi di alcuni finiscono per tagliare le gambe ad altri. Da qui a sostenere però che se Putin invade un Paese sovrano confinante causando centinaia di morti e minacciando il conflitto nucleare la colpa è di Bruxelles, un po'ce ne passa.

Semplificando, si sostiene che la politica estera della Ue portata avanti da Alti rappresentanti di basso cabotaggio sia strutturalmente inadatta e che le elargizioni all'Ucraina (17 miliardi) che dovevano affrancarla dalla dipendenza economica da Mosca abbiano di fatto armato Putin. La premessa è fondata, la politica estera europea somiglia al passaporto di uno schizofrenico. Ma questo è dovuto al fatto che i 27 diversi interessi nazionali obbligano l'Unione a compromessi fra blocco di Visegrad, falchi scandinavi, Paesi mediterranei, Parigi e Berlino. Però di questo bisogna chiedere conto ai singoli Paesi che - alle prese con le pressioni politiche interne di chi cavalca l'anti-europeismo - continuano a porre veti come proprietari litigiosi alla riunione di condominio.

La seconda parte della critica è invece pretestuosa. Cosa avrebbe dovuto fare la Ue davanti alle richieste di Kiev, comprensibilmente preoccupata dal vicino minaccioso che la considera il cortile di casa? Ignorare un Paese che fa parte della storia del continente da prima della fondazione della Moscovia? Avremmo condannato l'egoismo di una Ue che si volta dall'altra parte. Perché qualsiasi decisione prenda, anche ora che pare a fatica parlare con un'unica voce, l'Europa è destinata a subire il fuoco amico. Se irroga sanzioni per la Crimea, spinge il Cremlino verso Pechino. Se non lo fa, è una tecnocrazia che antepone la real politik ai diritti. Se chiede spiegazioni per Politovskaya e Navalny, rovina i rapporti; se non lo fa, abdica ai valori fondanti.

In tutto questo, Putin da anni disprezza la Ue e gioca al divide et impera, tratta solo con i singoli Paesi, interviene con fake news e finanziamenti nelle competizioni elettorali e cancella l'opposizione interna. Però non dimentichiamo che la colpa è dell'Europa.

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