Politica internazionale

Prima volta di Meloni leader tra i Grandi. Armi e fondi a Kiev per i prossimi 10 anni

La premier presiede il vertice. L'Italia garantisce forniture militari e ricostruzione: "Accordo sulla sicurezza. Non ci siamo tirati indietro, non lo faremo ora". Il messaggio: "L'amore per la propria terra è più forte dei missili"

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Nessun passo indietro e il via libera a un accordo decennale per la sicurezza in Ucraina: il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dalla basilica di Santa Sofia a Kiev, dove presiede (per la prima volta) la riunione, seppure in videoconferenza, dei capi di Stato e di governo del G7 sotto la presidenza italiana, incassa il sostegno incondizionato politico e militare all'Ucraina: «Non ci siamo mai tirati indietro e non intendiamo farlo adesso, nonostante quello che dice certa propaganda. Lo dimostrano i progressi compiuti nel cammino verso l'adesione dell'Ucraina all'Ue e alla Nato e l'accordo raggiunto dal Consiglio europeo, con il quale abbiamo stanziato 50 miliardi di euro per sostenere Kiev nei prossimi quattro anni», dice il capo dell'esecutivo italiano nell'intervento di apertura dei lavori.

Al suo fianco, oltre al presidente dell'Ucraina, anche il primo ministro canadese Justin Trudeau e il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden partecipa alla riunione dei grandi in collegamento. Assente il presidente francese Macron a cui il premier Meloni manda i saluti. Il cuore della riunione è tutto qui: pieno sostegno all'Ucraina fino alla vittoria contro la Russia. Il conflitto è in una fase delicata. Un minimo di cedimento darebbe la possibilità a Putin di affondare il colpo. Meloni ne è consapevole e per questa ragione ha voluto che la sua presidenza del G7 iniziasse nella capitale ucraina nel secondo anniversario dell'invasione russa. Meloni porta a casa subito l'accordo sulla sicurezza decennale, che spazia dal piano militare a quello umanitario, dalla cooperazione nell'industria della difesa al sostegno al bilancio. Per dieci anni, in caso di un nuovo attacco all'Ucraina, l'Italia si impegna alla «collaborazione immediata e rafforzata», con un meccanismo di risposta di emergenza in 24 ore. E continuerà a fornire assistenza finanziaria e aiuti militari in linea con quanto accaduto finora.

Meloni è arrivata all'alba dopo un lungo viaggio in treno reso necessario dalla chiusura degli spazi aerei e ha fatto la prima tappa in uno dei luoghi simbolo della resistenza ucraina, l'aeroporto Antonov di Hostomel, a una ventina di chilometri dal centro della città. Qui tra il 22 e il 27 febbraio di due anni fa la Guardia nazionale ucraina fermò con mezzi scarsi e molte perdite il tentativo delle forze russe di aprire una crepa nella difesa del Paese invaso e creare una testa di ponte aereo con la quale far arrivare mezzi e paracadutisti nel cuore dell'Ucraina per conquistare la capitale. «Questa è la nostra casa e la difenderemo - dice - questo posto è il simbolo del fallimento di Mosca e dell'orgoglio dell'Ucraina, qui i piani di Putin sono stati fermati, qui c'è la prova che l'amore per la propria terra è più forte dei missili». «Il messaggio che voglio inviare oggi a Volodymyr Zelensky e a tutto il popolo ucraino - prosegue - è che non sono soli. Voglio che voi sappiate che siamo profondamente grati a questo popolo perché continua a lottare per l'Europa e la nostra sicurezza perché banalmente la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa coincidono». Meloni ha ribadito fermamente l'adesione alla linea euroatlantica di sostegno incondizionato a Kiev.

Zelensky è apparso orgoglioso del sostegno italiano. «I nostri incontri con il capo del governo italiano, Giorgia Meloni - ha detto - sono sempre significativi.

L'accordo bilaterale sulla sicurezza pone solide basi per un partenariato di sicurezza a lungo termine tra Ucraina e Italia».

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