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Voto in Abruzzo, l'ottimismo del centrodestra. Meloni: "Pronta, ho già l'elmetto"

L'aria è quella di un all-in, come in una mano di poker. Centrodestra compatto sul palco, pronto a giocarsela domenica in Abruzzo contro una coalizione di centrosinistra che va da Calenda a Fratoianni

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L'aria è quella di un all-in, come in una mano di poker. Centrodestra compatto sul palco, pronto a giocarsela domenica in Abruzzo contro una coalizione di centrosinistra che va da Calenda a Fratoianni. E Meloni di nuovo in campo con gli alleati al gran completo. Perché, dice la premier in chiusura della maratona abruzzese di ieri, «succederà di tutto - avverte - , ho già messo l'elmetto, vinceremo anche questa battaglia».

La ritrovata unità, dopo gli screzi ai piani bassi dei partiti dovuti al voto sardo, ha messo (e non da ieri) l'intera coalizione attorno al candidato regionale comune, il presidente uscente Marco Marsilio (FdI). «Mai più divisioni e campanilismi», ammonisce Marsilio che tra poche ore vedrà anche la 5stelle Todde venire in Abruzzo a sostenere l'avversario del governatore. Ma la premier, stavolta, non nasconde buone vibrazioni. «Francamente sono molto ottimista» sull'esito della tornata abruzzese. «Noi ci mettiamo la faccia, altri si vergognano», tuona, riferendosi al fatto che lo sfidante di centrosinistra Luciano D'Amico non ha voluto i big del campo larghissimo sullo stesso palco. Meloni, Salvini, Tajani, insieme per tirare la volata finale: prima la premier era stata a Teramo, per ribadire che no, gli eventi sardi ancora tutti da verificare («Non si è capito bene com'è andata a finireZ, dice) e non preoccupano più di tanto; anche perché qui non c'è contenzioso fra alleati, nessuno almeno in evidenza. Il voto disgiunto, nella terra di D'Annunzio e Ivan Graziani, non è neppure contemplato. Infine tutti a Pescara, dopo aver rassicurato la platea della Camera di Commercio di Teramo («non guardiamo al reddito di cittadinanza, ma alle infrastrutture di cittadinanza»).

Piazza pescarese infine gremita nonostante la pioggia. Ed è qui che la coalizione torna a giocare di squadra, sul palco, e senza scherzi possibili nel segreto dell'urna (come forse è accaduto in Sardegna). Votare liste di centrodestra ma un altro candidato presidente in Abruzzo non è possibile. Insieme per vincere una mano che conta non solo sul piano locale. «Tornare indietro sarebbe devastante per questo territorio», insiste la premier rilanciando i risultati macroeconomici della Giunta Marsilio. «Risultati figli della nostra compattezza». Tajani rinnova la promessa di tenere il G7 della cooperazione internazionale a Pescara a ottobre, con l'auspicio di far atterrare gli ospiti all'aeroporto d'Abruzzo ampliato e prossimo a diventare internazionale. Poi la sua scommessa sulla vittoria: arrosticini a pranzo e una grigliata di pesce a cena. Il tema culinario è d'obbligo, e anche Matteo Salvini lo cavalca: «Domenica si confrontano due idee diverse di Abruzzo, Italia e Europa. Dobbiamo vincere le elezioni regionali e vincere le elezioni europee il 9 giugno per lasciare a casa quelli della carne sintetica, degli arrosticini finti... Il cibo finto, le porcate da laboratorio se le mangiassero a Bruxelles...»., chiosa.

Sul palco, con Marsilio e i due vicepremier, anche i centristi Lupi (Noi Moderati) e Cesa (Udc), e il democristiano abruzzese Rotondi. Il centrodestra traccia la rotta, rilanciando infrastrutture come la Roma-Pescara. Meloni non teme soprese: «Riprendere dalla piazza la benzina di cui ho bisogno per andare avanti fino alla scadenza successiva». Ma se la vittoria pare a portata di mano, è tutt'altro che già incassata. Schlein e Conte sferzano da giorni Marsilio, credendo in un bis del campo largo (qui larghissimo) con la speranza di usare il risultato in chiave nazionale.

Ieri, a ricordare le divisioni del «campo» Pd-5s in piazza c'erano anche una quarantina di esponenti della comunità ucraina.

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