Previdenza e pensioni

"Più di mille al giorno...". Il report sulle pensioni: cosa succederà tra 25 anni

26,3 milioni nati durante il boom economico sono pronti a lasciare. Oggi il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati necessario è di 1,46: per sostenere il sistema previdenziale dovrebbe essere alzato a 1,5-1,6

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L’Italia è uno tra i primi paesi europei con percentuali particolarmente alte di ultracinquantenni, ultrasessantenni e ultraottantenni. Il Belpaese, però, è particolarmente carente per numero di lavoratori. La preoccupazione riguarda proprio la stabilità del sistema previdenziale che potrebbe riscontrare importanti problematiche. Sono infatti 26,3 i milioni di Italiani nati durante il boom economico e pronti nei prossimi anni a ricevere l’assegno pensionistico, mentre l’Italia è al quinto posto mondiale, dopo Hong Kong, Giappone, Svizzera e Singapore, per aspettativa di vita alla nascita. Questi dati provengono dal network sanitario Usa NiceRx.

Il rapporto sulle pensioni

L’aspettativa a di vita alla nascita nel 2022 è stimata a 80,5 anni per gli uomini, ovvero 2,5 mesi in più rispetto all’anno precedente e a 84,8 anni per le donne. Secondo Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, questi dati si riducono se si prende in considerazione il fatto che la vita in buona salute scende a 10,6 anni per le donne e a 10,3 per gli uomini. Questo fattore, afferma Brambilla, indica scarsi o inesistenti programmi di screening e di prevenzione da parte del sistema sanitario e l’assenza di visione in merito all’assistenza dedicata al tema in questione. La problematica di presenterà quando la spesa sanitaria per le cronicità crescerà nel momento in cui aumenterà l'invecchiamento della popolazione.

I nati nel boom economico

I nati tra il 1946 e il 1964, ovvero nel periodo del boom economico, sono oltre 14 milioni e hanno un’età tra i 59 anni e i 77 anni. A questa categoria vanno aggiunti coloro che appartengono anche alla fase finale del fenomeno di grande e rapido sviluppo dell'attività economica generale, quindi fino al 1978, si tratta di circa altri 12,3 milioni di cittadini. Complessivamente gli italiani nati nell’epoca del boom sono 26,3 milioni. Si tratta di un numero importante se consideriamo che nei prossimi anni riceveranno l'assegno previdenziale per vecchiaia quasi mille persone al giorno, per un totale di 8 milioni. Un altro dato da non trascurare riguarda il fatto che alla fine dello scorso anno i pensionati erano 16 milioni e 90mila, questa cifra è in crescita di circa 90 mila unità se confrontata con il 2018.

La mancanza di lavoratori

A questo proposito è necessario sottolineare la mancanza di lavoratori. Attualmente in Italia ci sono 36,5 persone in età da lavoro. Gli occupati sono solo 23 milioni e 471 mila, si tratta di un record per il Belpaese ma complessivamente restano comunque carenti i lavoratori, considerando che 8 milioni di persone sono pronte ad andare in pensione nei prossimi anni. Un altro fattore da non sminuire è il fatto che il Belpaese è tra i primi posti rispetto agli altri stati europei per scarsità di lavoratori.

Inoltre il rapporto necessario tra lavoratori attivi e pensionati per sostenere i conti previdenziali è di 1,46, l’obiettivo dovrebbe essere quello di alzare il valore di questo indicatore a 1,5-1,6.

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