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Il primato di Francesco: i nuovi santi a quota 898

Il più "social" è sicuramente San Francesco, il più invocato padre Pio da Pietrelcina, il più vecchio San Nestore

Il primato di Francesco: i nuovi santi a quota 898

Il più «social» è sicuramente San Francesco, il più invocato padre Pio da Pietrelcina, il più vecchio San Nestore, mentre il più giovane era fino a qualche anno fa - San Domenico Savio che, quasi quindicenne divenne il più giovane santo cattolico non martire. Record eguagliato da Carlo Acutis, 15enne che in jeans e Nike, è diventato il patrono dei Millennials. I più festeggiati restano ancora San Francesco e Santa Caterina; per gli oggetti smarriti ci si rivolge a Sant'Antonio, mentre per le grazie impossibili ci viene in soccorso Santa Rita da Cascia.

Sono circa 15mila i santi e beati nella Chiesa, secondo il Martyrologium Romanum, una tra le fonti più autorevoli, una sorta di enciclopedia del settore. Fino al 1234 le Chiese locali potevano dichiarare santi in autonomia e fu solo Papa Gregorio IX che riuscì ad avocarsi il diritto alla proclamazione. E solo nel 1483 con Papa Sisto IV si affermerà la distinzione giuridica tra santi e beati. A partire dal 1500 la percentuale di santi italiani ha sempre oscillato tra il 40 e il 70% e anche oggi, in tempi di Papi stranieri, non è scesa in maniera significativa. Anzi. Con Francesco (e per le ragioni che si vedranno) la percentuale è addirittura salita.

Tra fede e devozione popolare, i santi (e i beati) sono per i cristiani gli esempi di vita da seguire, ma anche i protettori da pregare nelle più disparate circostanze: da San Lorenzo (che fu bruciato vivo) ed è per questo diventato protettore dei rosticcieri a San Carlo, protettore degli insegnanti; da San Francesco di Sales per i giornalisti a Santa Chiara per la televisione e Santa Veronica per i fotografi. Gli studenti ben conoscono San Giuseppe da Copertino, che tanto invocano per superare gli esami universitari, mentre le donne che desiderano avere un figlio si affidano a Sant'Anna, madre di Maria. Ci si rivolge a San Giuda Taddeo per i casi disperati e per quelli urgenti a San Espedito di Militene. San Cristoforo, che trasportò Gesù sulle spalle, protegge i viaggiatori, gli sportivi, i postini e i facchini e infine, Sant'Antonio Abate (che non ha nulla che vedere con il Santo padovano), detto del «porcello», protegge gli allevatori.

Come si diventa santi? «Occorre prima accertare l'esercizio delle virtù eroiche, del martirio o l'offerta della vita, una nuova fattispecie introdotta da Papa Francesco nel 2017 - spiega al Giornale monsignor Fabio Fabene, segretario della Congregazione delle Cause dei Santi -. La nostra Congregazione ha il compito di studiare e promuovere l'accertamento dell'esercizio delle virtù eroiche di fedeli che hanno pienamente vissuto la vita cristiana e vengono proposti per la venerazione dei credenti».

LA FABBRICA DEI SANTI

La Congregazione agisce dopo una prima fase, chiamata diocesana, dove si svolge un processo canonico di raccolta dati e testimonianze, sotto la responsabilità del vescovo locale. Terminata questa fase, comincia la fase romana ed entra in gioco la Congregazione che accerta attraverso consultori storici e i consultori teologici se vi sono le condizioni per proclamare venerabile, poi beato e infine santo il candidato.

Terminato l'esame di storici e teologi, la causa passa alla valutazione dei membri della congregazione (una trentina tra cardinali e vescovi) che danno il loro parere. A questo punto, il prefetto consegna il voto dei membri al Papa che promulga il decreto. Il primo passaggio è dunque la venerabilità, successivamente si attende un miracolo per la beatificazione, dove è necessario anche il parere della consulta medica formata da 7 specialisti. Serve un secondo miracolo per la canonizzazione.

La Congregazione delle Cause dei Santi, guidata dal Prefetto, il cardinale Marcello Semeraro, è di fatto il dicastero preposto allo studio e validazione delle cause per elevare agli onori dell'altare i fedeli candidati. Una sorta di fabbrica dei santi. «Il lavoro è continuo - prosegue monsignor Fabene - e le richieste sono molte. Le cause in corso sono quasi 3mila (i dati si riferiscono a maggio, ndr). Arrivano da tutto il mondo, segno che la santità fiorisce nella chiesa universale. Le procedure sono complesse e richiedono molto lavoro. Vi sono consulte teologiche, perizie storiche e mediche. I tempi per una canonizzazione sono variabili, molto dipende dal lavoro del postulatore e dalla vita del candidato».

Si possono contare, però, le canonizzazioni effettuate dai diversi papi dopo che Papa Sisto V istituì la Sacra Congregazione dei Riti nel 1588 con la Costituzione Apostolica Immensa Aeterni Dei. Pio IX, nel suo lunghissimo pontificato di 32 anni, creò 52 nuovi santi. Ma l'accelerazione si ha con Giovanni Paolo II che, in 27 anni, ne crea 482. Benedetto XVI diminuisce il ritmo e si limita a 44 canonizzazioni, ma con Papa Francesco si raggiungono livelli mai visti prima. Con lui i nuovi santi sono 898, più degli 828 dei 421 anni precedenti. Un record assoluto, anche se c'è da sottolineare che in un solo colpo, ha creato 813 martiri di Otranto, uccisi dai turchi nell'assalto alla città pugliese nel 1480. Tra i prossimi beati e santi, già annunciati da Papa Francesco, figurano Giovanni Paolo I, per cui Bergoglio ha riconosciuto il miracolo; Armida Barelli, fondatrice dell'Azione Cattolica che diventerà beata il 30 aprile a Milano, Enrichetta Beltrame Quattrocchi, che amava definirsi «il mestolino di Dio», e che verrà sepolta nella basilica di Santa Prassede, dove andava ogni giorno a pregare, vicino ai suoi genitori, anch'essi beati.

SPOSE E TESI DI LAUREA

Luogo privilegiato di devozione di santi e beati sono i Santuari. Tra quelli più visitati il Santuario di Pompei (dedicato però alla Madonna), meta di circa 2 milioni di pellegrini ogni anno. C'è poi il santuario di Cascia che accoglie oltre un milione di pellegrini l'anno. «Dopo il lockdown, dal mese di maggio, le cinque strutture alberghiere più grandi di Cascia, in media, hanno registrato circa 30mila presenze ciascuna. Questo può dirci che le visite sembrano aumentate rispetto allo stesso periodo pre-Covid, riferiscono dal Santuario. «Santa Rita è la santa del popolo e insieme la santa degli impossibili», proseguono da Cascia. «A lei si rivolgono donne e uomini, coppie e famiglie, di ogni generazione ed estrazione sociale». Nel monastero collegato al Santuario vivono in clausura le monache agostiniane di Cascia. Il loro servizio principale «è quello che le monache chiamano ministero della consolazione, un servizio di accoglienza e di ascolto che offrono ai pellegrini: di persona, incontrandoli nei parlatori del monastero ma anche attraverso il telefono, le lettere e le email».

Tra le opere di carità del monastero di Santa Rita c'è la fornitura di abiti da sposa di seconda mano. «È un servizio di beneficenza offerto alle future spose, per riscoprire il valore del matrimonio. In una stanza all'interno della clausura, le monache conservano gli abiti donati come segno di devozione a Santa Rita, mettendoli a disposizione di future spose. Una tradizione che nasce negli anni 50, in modo spontaneo».

Tanti sono gli abiti da sposa e da sposo che vengono donati anche al Santuario di Pompei. «Oggi ne abbiamo a disposizione più di cento. A questi vanno aggiunti i vestitini per prima comunione (sia per la cerimonia religiosa, dunque la tunichetta, sia quello per la festa) e per battesimo. In cambio di un contributo volontario gli abiti vengono richiesti da spose di tutta Italia. Il ricavato contribuisce a finanziare le tante opere di carità». A occuparsi degli abiti da sposa, accuratamente custoditi in un vero e proprio atelier è suor Rosalia Giannotti che riceve ogni mattina su appuntamento.

Al Santuario di San Giuseppe da Copertino, invece, campeggiano tesi di laurea, libretti universitari e feluche. «Abbiamo un migliaio tra tesi e libretti universitari, non solo italiani ma da tutto il mondo - racconta padre Franco Buonamano, il Rettore -. San Giuseppe è l'uomo della fiducia senza confini, al di là di ogni umana difficoltà, nel grande amore di Dio».

VIRTÙ VIA WEB

Santuari a parte i santi si invocano anche con l'aiuto delle nuove tecnologie, con celebrazioni on line e preghiere via web. Le monache di Santa Rita da Cascia propongono ogni mercoledì, sul canale Facebook, una diretta dall'Urna di Santa Rita, dove è custodito il suo corpo, e pregano per quindici minuti insieme ai devoti collegati. Il sito sanfrancesco.org ha fatto «boom» con oltre 2 milioni e mezzo di visitatori che vogliono mettersi in «connessione» con San Francesco di Assisi. La pagina più visitata è la webcam posta nella Tomba del Poverello, nella cripta della Basilica inferiore di Assisi. Oltre due milioni di visite al mese, per una diretta 24 ore al giorno diffusa in tutto il mondo. Le richieste di preghiere sono circa 3mila al giorno. Per gli appassionati dei social, San Francesco ha sei account, con due dirette al giorno della messa. Non mancano Podcast e Spotify.

È lui il santo social per eccellenza.

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