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"Quei pentiti si sono messi d'accordo per accusare Contrada"

Catania, dopo la difesa e il pm, anche la Procura generale propone appello contro l'assoluzione dei collaboratori di giustizia Giuseppe Giuga e Calogero Pulci, accusati di calunnia nei confronti dell'ex 007

Una volta tanto, accusa e difesa sono d'accordo. D'accordo nel dire che no, i pentiti Giuseppe Giuga e Calogero Pulci, non dovevano essere assolti dall'accusa di avere costruito false accuse e di avere calunniato Bruno Contrada, l'ex funzionario del Sisde attualmente agli arresti domiciliari per gravi motivi di salute a Palermo per scontare una condanna a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo il ricorso del pm Giovannella Scaminaci, e del difensore dell'ex 007, l'avvocato Giuseppe Lipera, arriva anche l'appello della Procura generale, che con il pg Ugo Scelfo chiede che la sentenza pronunciata dal giudice monocratico di Catania lo scorso 1 dicembre, sentenza che ha mandato assolti i due collaboratori di giustizia, venga riformata.
Molto soddisfatto l'avvocato Lipera, che una volta tanto ha dalla parte del suo assistito anche i rappresentanti della pubblica accusa. Soddisfatto ancora di più visto il tema di questo processo, un accordo tra collaboratori di giustizia per accusare falsamente l'ex poliziotto di collegamenti con la mafia, corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio. Le accuse di Giuga e Pulci, in sè, non sono mai entrate nel dibattimento-fiume a carico di Contrada sfociato nella condanna definitiva a dieci anni del maggio del 2007. Ma è evidente che una eventuale condanna di Giuga e Pulci potrebbe portare a quella revisione del processo che l'avvocato Lipera ha già sollecitato più volte e che lo stesso Contrada ha tentato di avere, con un esposto denuncia presentato alla procura di Caltanissetta e sul quale il gip non si è ancora pronunciato.
Il ricorso della Procura generale della città etnea contor l'assoluzione di Giuga e Pulci è stato depositato lo scorso 2 marzo, a Catania. Il pg ricostruisce nel dettaglio i contenuti delle accuse dei due collaboratori di giustizia, sottolineandone l'insussistenza e la mancanza di riscontri. Una sola circostanza, però, a suo parere, è provata eccome: e cioè la comune detenzione di Giuga e Pulci nel carcere di Enna, comune detenzione approdata nella formulazione delle false accuse.

Di qui la richiesta di condannare i due imputati.

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