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I "Fiorlabelli" sono la conferma che la radio vince se punta sul talento

Ma li sentite i Fiorlabelli? Sono il nuovo trio formato da Fiorello, Tommaso Labate e Max Cervelli

I "Fiorlabelli" sono la conferma che la radio vince se punta sul talento

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Ma li sentite i Fiorlabelli? Sono il nuovo trio formato da Fiorello, Tommaso Labate e Max Cervelli che si ascolta (e si vede) a Non è un paese per giovani su Radio 2 dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 13.30. In questa stagione Fior(ello), Lab(ate) e (Cerv)elli sono la vera novità della radio. Spesso le idee vincenti arrivano all'improvviso, senza essere annunciate o programmate. Semplicemente, accadono. E questo trio è nato così, in corso d'opera, grazie alla sintonia personale e funziona proprio per questo: sono autentici. Parlano come tre amici. Anzi parlano come fanno tre amici: scherzando, prendendosi in giro, lasciandosi spazio. Merito anche dei loro diversi percorsi. Fiorello, beh, non c'è bisogno di presentarlo. Tommaso Labate ha uno stile brillante a cavallo tra radio, tv e quotidiano. E Max Cervelli è una colonna di Radio 2, autentico speaker che è abile a scandire i tempi radiofonici, non è mai invasivo e soprattutto (evviva!) sa di che cosa parla quando parla di musica. Il bello dei Fiorlabelli è che non sono una dittatura di Fiorello, anzi. Sono la democrazia dell'improvvisazione. Ci sarà pure una scaletta (ci mancherebbe) ma c'è spazio libero per battute, divagazioni, ricordi. Ad esempio qualche giorno fa Fiorello ha preso in giro Labate, «uno di quei giornalisti che dice all'agghiaccio invece che all'addiaccio». Poi ne ha celebrato la «calabresizzazione» ascoltandolo cantare la versione calabra di Anima mia (Labate è di Cosenza).

Nella mezzoretta dei Fiorlabelli si ritrova l'atmosfera riveduta e corretta di Viva Radio 2, il programma di Fiorello andato in onda dal 2001 al 2008 che resta nella Top 10 radiofonica di sempre. Ma c'è un valore aggiunto. Oggi i Fiorlabelli sono la conferma che la radio resta un media forte e irrinunciabile soltanto se si affida ai talenti e non alla frenesia del ritmo o al copiaincolla dai social.

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