Cinema

Riecco i moschettieri tra classico e moderno

Classico, ma terribilmente moderno, con il desiderio francese di riappropriarsi di uno dei patrimoni culturali nazionali, troppo spesso martoriato da rivisitazioni straniere imbarazzanti

Riecco i moschettieri tra classico e moderno

Classico, ma terribilmente moderno, con il desiderio francese di riappropriarsi di uno dei patrimoni culturali nazionali, troppo spesso martoriato da rivisitazioni straniere imbarazzanti. Ancora un altro film su I tre moschettieri, capolavoro letterario di Alexandre Dumas padre, datato 1844? Sì, se il risultato è questo. Meraviglioso, a parte un momento di lentezza nella prima ora, grazie a una regia perfetta, un cast da applausi, un ritmo che ti travolge, lasciandoti senza fiato. Pensato come un dittico, con una prima parte che vedremo da oggi e che si conclude con il rapimento di Constance e la seconda che sarà distribuita a Natale. Lasciandoti l'amaro in bocca, perché avresti voglia di vedere subito il seguito, contagiato dalla bellezza di una produzione che ha saputo spendere bene, fino all'ultimo euro, i 70 milioni di budget (per i due episodi). La bravura della regia di Martin Bourboulon è quella, ormai dimenticata da tanti autori, di fare cinema. Di farlo in maniera solida, fidandosi dei suoi meravigliosi protagonisti, senza ripiegare su estetiche da videogioco come fanno tanti blockbuster moderni che ergono il digitale a loro credo artistico. C'è l'ironia e c'è l'azione, perfettamente dosati. Classico, appunto, ma anche moderno, con una freschezza che ti fa innamorare, ancora una volta, di una storia che conosci, ma che ti regala ugualmente suspense. Eppure, salvo qualche digressione (ci rifilano un Porthos bisessuale, dazio che si deve pagare), la trama è risaputa e ripercorre, praticamente, l'epica del romanzo di Dumas, tanto che sarebbe sciocco ripeterla. Si diceva del cast. Vincent Cassel (Athos), Romain Duris (Aramis), Pio Marmaï (Porthos) e François Civil (D'Artagnan) sono dei moschettieri perfetti, ma è soprattutto Eva Green, nei panni della perfida Milady, quella che si prende la scena, deviando, più degli altri personaggi, dalla storia. Constance è la bravissima attrice magrebina Lyna Khoudri, mentre il ruolo reale spetta a una consolidata coppia di artisti come Louis Garrel e Vicky Krieps.

E chissà se tanti giovani, attratti anche dal cast, scopriranno, con questo film, la bellezza di un romanzo che non passa mai di moda.

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