Politica

Rissa nell'Idv, Di Pietro scarica Loiero e va in crisi in Calabria

L'ex pm vuole De Magistris governatore. E il segretario regionale Misiti dà le dimissioni: «Due legislature non si negano a nessuno, sì all'alleanza con il Pd». L'europarlamentare accusa: «Ha fatto scempio della sanità». La controreplica: «Le sue inchieste? Un flop»

L'Italia dei Valori calabrese perde pezzi per colpa del governatore Agazio Loiero. Non si tratta di «campagna acquisti» (almeno non ancora) ma di uno screzio tra il coordinatore regionale Idv Aurelio Misiti e i due ex pm Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris. La pietra dello scandalo è la ricandidatura dell'esponente del Pd per il centrosinistra alle Regionali 2010. Loiero, furioso con il governo per la minaccia di commissariare la Sanità calabrese entro luglio, aveva più volte detto (persino al Giornale): «Non mi ricandiderò per il secondo mandato». Ma nessuno tranne lui sembra in grado di ricostruire le macerie della sua maggioranza, lacerata da veti incrociati e alle prese con l'ennesimo rimpasto.
Ipotesi che anche Misiti, in un'intervista al Quotidiano della Calabria, aveva ribadito: «Due legislature non si negano a nessuno, Loiero va ricandidato». Ma la risposta dipietresca ha gelato l'entusiasmo. «Non ricandidiamo nessuno in Calabria e non entriamo in giunta», ha sibilato Di Pietro. Anche perché si mormora che il leader Idv voglia puntare su un nome forte per spaccare il centrosinistra e raccogliere i consensi dei delusi. Il nome? Luigi De Magistris, proprio l'ex magistrato di Catanzaro che su Loiero aveva aperto più di un fascicolo.
Una mossa che per Misiti ha evidentemente avuto il sapore del «commissariamento», visto che anche dentro il partito dipietrista quell'endorsement aveva scatenato un'epidemia di mal di pancia. «Al prossimo coordinamento regionale Idv di sabato 4 luglio mi presenterò dimissionario, la linea politica del partito va chiarita». Sarà una vera e propria resa dei conti. Sono in molti nel movimento a non condividere una serie di scelte fatte dai colonnelli calabresi Idv, e dunque il prossimo coordinamento si annuncia infuocato. Misiti si sente spalleggiato dall'establishment regionale, che ha ribadito l'intenzione di fare accordi con il Pd «purché in presenza di uomini capaci e onesti», ma la partita non è scontata. Anche perché De Magistris ha intenzione di far «pesare» il suo nome nello scacchiere calabrese, che conosce benissimo visto che alcune sue inchieste coinvolgono una buona parte degli assessori dell'attuale squadra di Loiero. «Mi farò garante del cambiamento della classe dirigente politica calabrese, Loiero e la destra hanno fatto scempio della sanità mortificando la salute delle persone che vivono in Calabria».
Il governatore teme l'avviso di sfratto e la sua strategia è chiarissima: demolire tutte le inchieste dell'ex pm, comprese quelle che lo sfiorano. «La sua azione di magistrato è stata censurata dal Csm, solitamente criticato per essere indulgente. Le sue inchieste sono naufragate, l'ho sfidato a trovare una sola prova contro di me ma non ci è riuscito». L'idea di trovarselo come potenziale sfidante lo «terrorizza», per sua stessa ammissione: «In un Paese non si possono fare inchieste finalizzate a far fuori una classe dirigente di cui poi si occupa il posto».
felice.

manti@ilgiornale.it

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