Coronavirus

E-learning e papà baby sitter: così il coronavirus ci cambia la vita

Ecco come le famiglie italiane stanno affrontando l'emergenza coronavirus tra sacrifici e richieste di aiuto al governo. E i presidi avvertono sulle scuole chiuse: "I ragazzi rischiano di avere una preparazione minore"

E-learning e papà baby sitter: così il coronavirus ci cambia la vita

Quella di ieri è la cronaca di una brutta figura. Di un governo che prima dice sì e poi no. Che si contraddice e tentenna anche quando dovrebbe ostentare sicurezza. Unico vero antidoto alla psicosi da coronavirus.

Oggi, invece, è già tempo di voltare pagina. Non si può continuare a recriminare al premier Giuseppe Conte il tempo perso né al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina di aver agito per narcisismo. Perché bisogna fare i conti con la realtà: le scuole sono chiuse, e rimarranno tali almeno fino al 15 marzo. Chi ci governa è convinto che servirà a rallentare i contagi, ma per le strade regna lo scetticismo.

"Mah, secondo me chiudere solo le scuole non ha senso se non chiudi il resto", commenta un papà che incrociamo su via Merulana assieme alla figlia. La gente non capisce. E non capiscono nemmeno gli scienziati, come dimostrano le conclusioni a cui è arrivato ieri sera il Comitato scientifico di esperti che affianca il governo nella gestione della crisi: "Mancano le evidenze scientifiche sull’efficacia della chiusura delle scuole ai fini di un contenimento dei contagi".

Considerazioni che ai genitori interessano a metà, presi come sono a fronteggiare l’emergenza. "È stato abbastanza sconvolgente – ci racconta un altro papà – non credevo saremmo arrivati a questo punto". E adesso? I più fortunati sono quelli che possono permettersi una baby sitter. Ma a giudicare dalle interviste che abbiamo raccolto per le strade della Capitale si tratta di una minoranza. "Santi nonni – ci racconta una giovane mamma precaria – se non ci fossero loro non avremmo proprio saputo come fare per andare avanti". Sì perché questa "sorpresa" può arrivare a costare davvero cara alle famiglie.

"Abbiamo calcolato che un nucleo con due figli in questi dieci giorni spenderà circa 800 euro", sostiene Gigi De Paolo, Presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari. "È assurdo che il governo chieda alle famiglie uno sforzo del genere quando nella quotidianità le abbandona", attacca De Palo. "Per i tanti genitori che non possono chiedere i congedi parentali perché hanno contratti atipici chiediamo che vengano per lo meno congelati i mutui”, propone il presidente del Forum.

Per ora però lo sforzo chiesto a mamme e papà d’Italia non è stato ancora accompagnato da nessuno scivolo. E allora come si sta attrezzando chi non può neppure contare sull’aiuto dei genitori perché troppo anziani oppure trapassati? "Abbiamo messo su una macchina da guerra, siamo tantissime – racconta una madre che ha oltrepassato i quarant’anni – e ci aiutiamo a vicenda". Ovvero? "Un giorno li tiene una, un giorno l’altra, così i bimbi non perdono la socialità".

Un aspetto non certo secondario, con cui anche i dirigenti scolastici si stanno confrontando. "I nostri ragazzi desiderano andare a scuola, per incontrare gli altri compagni per stare insieme, al contrario si perde la socialità e questo è un problema grosso da affrontare", spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio. "Per questo - aggiunge - dovremmo almeno cercare di mantenere con loro un contatto telematico per fargli capire che non ci siamo e che tutto si sistemerà”.

Secondo lui l'emergenza coronavirus "porterà i ragazzi ad avere una preparazione minore se la chiusura dovesse essere prorogata". Ma resta un cauto ottimismo: "Dobbiamo cercare di guardare a questa situazione difficile come un’opportunità, un modo per svecchiare i metodi di insegnamento e testare l’e-learning e la didattica breve una volta rientrati nelle aule per recuperare il tempo perso in questi giorni".

Questa mattina è stato il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti, ad assicurare che il governo starebbe studiando misure straordinarie per aiutare le famiglie. "Sto pensando a possibilità di sostegno per i costi delle baby sitter con i voucher – ha spiegato ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital – si tratta di proposte per le quali ci sono in corso valutazioni economiche". Per evitare il rischio contagio per i nonni al vaglio del governo c'è anche l'ipotesi dell'introduzione immediata di "congedi straordinari per i genitori".

Questi interventi, ha aggiunto la titolare del dicastero, saranno possibili grazie al sostegno dell'Ue: "All’Europa sono stati chiesti fondi e la spesa che serve deve essere messa in campo per sostenere le famiglie".

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