Cronaca locale

Il far west al Colosseo tra abusivi, immigrati e persone ubriache

Centurioni violenti, venditori abusivi per entrare senza fare la fila al Colosseo. Turisti in difficoltà tra racket, prostitute e ubriachi che bivaccano

Il far west al Colosseo tra abusivi, immigrati e persone ubriache

Il centro di Roma è un far west. Le strade intorno al Colosseo sono una bolgia, tra racket e clandestini. C’è il centurione che chiede 50 euro per un selfie al turista americano. Gli abusivi che vendono i biglietti saltafila a 25 euro invece che a 16. La Domus Aurea è una piazza di spaccio, luogo di incontro per extracomunitari e clan. Le notizie di risse, inseguimenti, furti si moltiplicano sui quotidiani. E in queste vie è effettivamente così: una terra di nessuno.

Il Colosseo conta circa sette milioni e mezzo di visitatori l’anno. Ma se si va oltre la bellezza di questo monumento, si atterra su un terriccio fatto di abusi. Violenza. E criminalità. Ci sono i centurioni. Mangiano e vivacchiano all’ombra dell'anfiteatro. Ci sono finti Gesù di Nazaret e guardie del corpo dell’imperatore Ottaviano. Sono anni che questi ceffi travestiti continuano a infestare la zona. Ed è incredibile che continuino a farlo. Scattano foto con i turisti che arrivano nella città eterna da tutto il mondo.

Chiedono in inglese quanto costa farsi un selfie insieme. Il centurione non si tira indietro. E, aiutandosi a gesti, spiega che servono appena 50 euro. Cinquanta euro per uno scatto è molto, molto di più di quanto si possa immaginare. Spesso i malcapitati chiedono uno sconto. Cercano un contatto. Un accordo. A volte ci ripensano. Si scusano e a gesti fanno capire che torneranno più tardi. Poi ce n’è uno, di centurione, che non accetta il ben servito del turista. Lo racconta Fabrizio Roncone sulle pagine del Corriere della Sera. Il turista si volta come per andarsene, ma l'uomo in tunica lo prende per il braccio: “Me stai a fa’ perde tempo...”. La vittima cerca di liberarsi dalla presa, invece si ritrova appiccicato all’inferriata. In romano gli urla addosso, gli sputa addosso. Poi, con disprezzo, lo molla.

È solo uno dei tanti casi di violenze che accadono da queste parti. In questi luoghi, chi sceglie Roma come meta turistica, viene lasciato solo. Abbandonato dentro una tremenda confusione. Ci sono mendicanti, finti storpi e le batterie di giovanissime borseggiatrici nomadi. Si contano i cestini dei rifiuti stracolmi e più in là l’eterno cantiere della metro C.

Prostitute e ubriachi con la radio accesa. Davanti a loro gli ambulanti che provano a venderti caricabatterie per gli smartphone e ombrelli, occhiali da sole e bottigliette d’acqua a 5 euro l’una, e non un euro di meno, tanto o paghi o muori di sete, perché non c’è un bar, non c’è un bagno. Poi ci si potrebbe imbattere in immigrati clandestini assoldati dalle organizzazioni che gestiscono il racket dei biglietti.

Promettono di far saltare la lunga coda per entrare al Colosseo. Al turista chiedono 25 euro a biglietto (che, al botteghino, ne costa 16). L’altro giorno i vigili urbani ne hanno denunciati 17. Infine ci sono i militari dell’esercito. Sono qui, con i loro mezzi, per difenderci da eventuali terroristi. In questo inferno tutto può accade. Siamo d’altra parte a pochi passi dalla Suburra. Quartiere multietnico della Roma Antica. Un luogo malfamato, teatro di malaffare, crimini e immoralità.

Qui il tempo sembra essersi fermato.

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