«Eppure per lui nutro da sempre stima e rispetto».
Con chi ce l’ha, ministro Andrea Ronchi?
«Con l’ex capo dello Stato, Francesco Cossiga».
Non le è piaciuta la proposta di amnistia?
«Affatto. Comprendo lo spirito con cui l’ha detto ma non sono assolutamente d’accordo».
Cossiga è coraggioso ma magari scherzava.
«Questo non lo so. Ma i tempi non sono maturi. Certezza della pena: ecco quello che serve».
Ma non si potrebbe chiudere definitivamente con gli «anni di piombo»?
«Non con un atto di clemenza generalizzata: sarebbe un colpo di spugna».
Cos’è? D’accordo con Scalfaro?
«Questa volta sì. Un conto è una riconciliazione culturale, un altro un perdono a 360 gradi».
Pure la parlamentare del Pd Olga D’Antona la pensa come lei.
«Capisco. Occorre rispetto per tutte le vittime del terrorismo e non si può far finta di non vedere quello che sta accadendo ancora oggi».
Cosa sta accadendo?
«Ci sono ancora frange estremiste che gettano fango sul nome di Marco Biagi e schegge sovversive che minacciano il professor Michele Tiraboschi».
Però le vedove Pinelli e Calabresi si sono appena strette la mano. Bel gesto, no?
«Ottimo: un evento storico. Il presidente Napolitano ha fatto una grande azione. E quello che è accaduto dà il senso di una pacificazione vera. Purtroppo, però, in giro ci sono ancora troppi cialtroni».
Si riferisce alle scritte contro Calabresi?
«Certo. Questo è il segno che esiste ancora il seme dell’odio di classe. È melma nei confronti della quale non dobbiamo abbassare la guardia. Tolleranza zero verso ogni rigurgito di odio e di violenza».
Ma in questo contesto è possibile una riconciliazione?
«Glielo dice uno che viene da una storia di destra: è possibile, certo. Facciamo nostra la lezione di Almirante: avversari ma mai nemici».
Anni di piombo pagina di storia?
«È una stagione finita. Restano i comportamenti inqualificabili di qualche singolo, ai margini della società. Sinceramente mi fanno schifo come gli altri estremismi».
Tipo quali?
«Sentimenti xenofobi, razzisti o antisemiti. Se la ricorda l’ignobile campagna volta a boicottare prodotti israeliani e negozi ebraici da parte delle Coop?».
Torniamo al terrorismo: su Cesare Battisti il Brasile fa melina.
«Un’altra vicenda assurda. E provo vergogna come uomo prima che come ministro. Battisti torni in Italia e sconti qui la pena. Ha fatto benissimo il ministro della Difesa Ignazio La Russa».
A fare che?
«A dichiarare di essere pronto a restituire l’onorificenza che gli è stata consegnata da Lula».
Battisti ha assicurato di voler uccidersi piuttosto che rimpatriare.
«Siamo alla follia mentale. Come è folle l’altra notizia».
Quale?
«Che l’ex terrorista Achille Lollo, condannato per il rogo di Primavalle, prenda parte all’audizione pubblica sul caso Battisti al Parlamento brasiliano in qualità di “giornalista italiano”.
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