Salute

Sindrome depressiva da Covid-19: cosa accade alla mente e come combatterla

Ansia e depressione possono essere alcuni degli effetti indiretti del Covid-19. Cosa accade e come combattere questo malessere invalidante

Sindrome depressiva da Covid-19: cosa accade alla mente e come combatterla

Sindrome depressiva e sindrome ansioso depressiva da Covid-19. Sempre più persone in Italia soffrono di questi problemi dopo aver contratto il Covid-19. Non una malattia generata direttamente dal virus ma un effetto che l’essere positivi ha sulla mente. Non uno stato che affligge soltanto i sintomatici ma anche gli asintomatici. Cosa accade alla mente? Perché reagisce così in alcuni casi? A queste domande risponde a ilGiornale.it lo psicologo e psicoterapeuta Stefano Callipo che è anche presidente dell’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidio.

Perché la mente viene colpita in questo modo?

"L’impatto della pandemia da Covid-19 sulla mente umana è stato molto incisivo e in molti casi devastante. In un documento scientifico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stato confermato ciò che noi temevamo e che osservavamo: il Covid-19 ha aumentato del 25% i casi di ansia e depressione nel primo anno. Non a caso la salute mentale è stata quindi inclusa da molti Paesi nei progetti e nei piani di risposta alla pandemia.

Posso rispondere adesso alla sua domanda affermando che la nostra psiche ha subìto, in questa fase da Covid extra-long, appunto per il suo impatto prolungato, una condizione di stress multipli dati non soltanto dall’isolamento vissuto, ma anche dalla crisi del lavoro, dalla crisi economica, dal timore della sofferenza e della morte dei propri cari. Condizioni che nell’hic et nunc sembravano superabili ma che invece successivamente hanno prodotto, in diversi casi, effetti emotigeni sulla nostra mente quali sindrome ansioso-depressiva, problemi nel ciclo sonno-veglia, disturbi della condotta alimentare nei ragazzi e giovanissimi, condotte autolesive e aumento di suicidi nei giovani".

Chi sono le persone più esposte?

"La categorie più esposte e più colpite sono state quelle dei giovani e delle donne. Pensiamo che soltanto nel Lazio, in alcune realtà ospedaliere, vi è stato un aumento di circa il 18% del ricovero di giovanissimi per condotte autolesive e DCA. Inoltre da un recente studio del San Raffaele di Milano è stata provata una correlazione tra lo stato infiammatorio provocato dal Covid-19 e la sindrome depressiva in pazienti che hanno avuto a che fare in modo incisivo con questo virus. Anche 16 mesi dopo l’infezione".

Come riconoscere questi effetti?

"I principali effetti sono ansia, depressione, disturbi dell’umore e sindrome ansioso-depressiva. Ansia e depressione appunto possono coesistere. Si parla quindi di disturbo ansioso-depressivo quando si manifesta un umore distrofico persistente o ricorrente, con la presenza di almeno quattro dei seguenti sintomi: difficoltà di concentrazione, alterazione del sonno, affaticamento o mancanza di energia, irritabilità, preoccupazione, facilità di pianto, ipervigilanza, previsioni negative, disperazione, bassa autostima o sentimenti di disprezzo di sé. Ovviamente dobbiamo stare attenti a falsi allarmi, poiché dopo qualsiasi situazione di grande stress possiamo sentirci stanchi, irritabili o con l’umore deflesso. Come libero professionista e come Presidente dell’Osservatorio Violenza e Suicidio sono molto preoccupato invece per la depressione femminile e disoccupazione femminile. La depressione colpisce le donne quasi il doppio rispetto agli uomini. Un aspetto in certi aspetti sottovalutato".

Come prevenire il degenerare di questi sintomi e come combatterli?

"Quando sperimentiamo una sorta di fatica mentale nel compiere le stesse attività che prima ci piacevano e ci facevano stare bene, una sorta di anedonia. Ed ancora, quando abbiamo voglia di rimanere soli, quando ci scopriamo pessimisti per il futuro e lo vediamo buio. In questi casi dobbiamo reagire evitando l’isolamento, cercando di circondarci di amici e pianificando progetti. Programmiamo le nostre giornate, evitando di appesantirle da mille impegni, cerchiamo di rivedere il nostro stile di vita non vivendo alla giornata. Cerchiamo di essere meno severi con noi stessi e più flessibili con le frustrazioni quotidiane. Là dove invece emergessero sintomi importanti e talvolta invalidanti è opportuno rivolgersi a professionisti della salute mentale per avere un efficace e tempestivo aiuto".

Ci sono soggetti più fragili o è un problema che può colpire indistintamente tutti?

"Le risposte della nostra mente davanti a situazioni di forte e prolungato stress sono soggettive. In tal senso entrano in gioco molte variabili, quelle esperienziali, quelle genetiche, quelle situazionali e altre ancora. Chi per esempio ha già sofferto di disturbi dell’umore, chi ha disturbi d’ansia manifestati in passato, chi ha esperienze traumatiche alle spalle recenti o ancestrali, chi vive situazioni di precarietà affettiva ed economica, e altro, è certamente più esposto e fragile rispetto ad altri. Devo tuttavia sottolineare il fatto che in questa fase di long Covid-19 abbiamo assistito a non rare slatentizzazioni di disturbi. In questi casi anche l’uso di sostanze ha agevolato lo slatentizzare di molti disturbi, persino psicotici.

Occorre puntare quindi sulla corretta azione preventiva, saper leggere in tempo e precocemente i campanelli di allarme che la nostra mente e il nostro corpo ci manifestano ed agire tempestivamente. Perché attorno ad una persona che soffre, ve ne sono molte altre in gioco".

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