Politica

"Sanatoria per le colf, io sfido tutti"

Il sottosegretario Giovanardi: "L'esercito di badanti va salvato dal reato di clandestinità o sarà allarme sociale"

E bravo Carlo Giovanardi che fa il Pier Ferdinando Casini della situazione.
«Guardi che io sono leale alla squadra di cui faccio parte. Ho solo posto un problema sociale enorme».

Ha detto: regolarizziamo le 500mila colf e badanti presenti in Italia o il pacchetto sicurezza saranno grida senza effetto.
«Il pacchetto sicurezza introduce il reato di clandestinità, ma per il futuro, non per il passato, lo ha detto il ministro Maroni».

Quand’è il futuro?
«L’entrata in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale».

Quindi il futuro è adesso.
«E adesso è il momento di regolarizzare queste persone, serve un provvedimento urgente, come quello che il governo Berlusconi fece nel 2002».

La Lega però dice: no a fughe in avanti e guai a sanatorie.
«Ma questa non è una sanatoria. La verità è che già oggi le colf possono essere espulse con la legge Bossi-Fini. Ma nessuno lo fa perché non si possono espellere centinaia di migliaia di persone. E perché poi alle famiglie chi glielo racconta?».

Dice ancora la Lega che così almeno un milione di clandestini si dichiarerebbe colf per avere il permesso di soggiorno.
«Naturalmente bisognerà verificare nome per nome, contratto per contratto. Ma io dico che è meglio fare questa fatica che rendere vana l’introduzione del reato di clandestinità».

Perché vana?
«Perché quando entrerà in vigore il pacchetto come faremo a distinguere coloro ai quali si applica la nuova norma da questo grande, indispensabile esercito di colf?».

Non ci sono alternative, insomma.
«L’alternativa sarebbe che il governo si impegnasse a espellere tutte le colf irregolari, altrimenti sarà tutta una grande finzione, perché si continuerebbe a far finta di non vederle».

Il ministro Calderoli non gliele manda a dire e commenta così la sua proposta: fatta la legge trovato l’inganno.
«L’inganno sarebbe non regolarizzare queste persone. Io voglio che le misure più severe che il governo ha varato funzionino contro chi spaccia, ruba, vive di espedienti e rappresenta un allarme sociale».

Intanto con la sua uscita ha fatto il gioco degli avversari. Il Pd le tributa applausi.
«Sarei sulle stesse posizioni del Pd se loro avessero votato il pacchetto sicurezza, ma non mi risulta che l’abbiano fatto».

E il Pdci dice: quella di Giovanardi è l’ammissione che il pacchetto sicurezza è una mostruosità.
«È il rovescio. Giovanardi il pacchetto sicurezza l’ha votato con convinzione».

Lei ha detto: i respingimenti sono un atto cattolico. Conferma?
«Certo. In Vaticano, come in casa di chiunque, nessuno entra senza invito. Lo stesso deve valere per il Paese».

Sa di provocazione.
«La provocazione sarebbe non farli, i respingimenti. Sarebbe un’offesa verso chi per entrare ha fatto la trafila giusta».

Vede che si contraddice?
«No, semplicemente non faccio il talebano. Poiché ormai centinaia di migliaia di famiglie contano sul sostegno di altrettante colf irregolari, dico solo che il governo deve dare una risposta. Cosa diciamo alle famiglie, di rimandare la loro colf, che so, in Moldavia, in attesa di un nuovo provvedimento di apertura delle frontiere?»

No?
«Ma no, quello è un terno al lotto. Nessuna famiglia lo farebbe. La regolarizzazione è l’unica via, e l’emersione del nero porterebbe enormi vantaggi fiscali».

I contratti costano, però, mica è detto che le famiglie li facciano.
«E infatti bisognerà concordare con gli enti locali una politica sociale più vasta, che preveda aiuti, anche per evitare che le famiglie mandino gli anziani nelle case di cura, che hanno un costo maggiore per lo Stato».

Avanti così e la Lega chiederà la sua testa. Lei poi sulla Lega spara sempre, si schierò anche contro i medici «spia».
«Si può essere rigorosi con chi delinque e giusti con chi serve. Quella norma era sbagliata e se una norma è sbagliata è meglio accorgersene in tempo».

La verità è che lei si vuol ritagliare il ruolo che fu di Follini e di Casini, dando visibilità ai cattolici.
«Quando ero nell’Udc io mi sono sempre contrapposto alle manovre di Follini e Casini, sono leale e Berlusconi lo sa. Ma questo è il governo di Pdl e Lega, non è il governo della Lega».

Questa è una confessione.
«Noi Popolari liberali siamo entrati nel Pdl con la nostra identità di cattolici, e difendiamo i nostri valori».

Prima delle ultime elezioni lei disse: «Invece di inseguire l’Udc, premiamo i cattolici che abbiamo in casa». Cioè voi.
«Se ci fosse stata maggiore consapevolezza del nostro ruolo, forse Casini avrebbe preso meno voti».

Volete più poltrone.
«Dico solo che non bisogna rincorrere l’Udc. C’è una bella differenza fra i loro insulti e la nostra fedeltà al governo».

Quindi i segnali di apertura a Casini che ogni tanto arrivano dal Pdl lei li vive un po’ come il fratello maggiore del figliol prodigo?
«Quando vedo la raffica di insulti che dall’Udc arrivano al governo, come quelli di questi giorni sul pacchetto sicurezza, ecco, diciamo che i segnali di apertura faccio fatica a capirli».

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