C-cultura

Se i musei sono autonomi, le città sono più ricche

La riorganizzazione aumenta il valore del nostro patrimonio artistico, alzando qualità e fruizione

Se i musei sono autonomi, le città sono più ricche

Il primo atto della riforma del Ministero della Cultura ha un grande significato politico e incide, ben oltre i criteri organizzativi, sulla identità culturale di alcune città.

Il Consiglio dei Ministri ha preso atto del lavoro e dell'impegno del Ministro Sangiuliano e mio, non solo nella opportuna autonomia garantita ad alcuni Istituti museali ma nella definizione di una rafforzata dignità di alcune importanti città italiane. Si tratta, nella sostanza, di musei civici di interesse nazionale. Unità della patria nella varietà e diversità del patrimonio delle città. Abbiamo condiviso con il Ministro il principio di restituire ai musei confini provinciali, a partire da Ferrara, la cui Pinacoteca Nazionale era inopportunamente congiunta con la Galleria Estense di Modena, sottraendo a ognuna delle due la connessione territoriale con le città. Era certamente un'anomalia, a svantaggio della Pinacoteca di Ferrara subordinata alla Galleria di Modena. Due errori corretti dalla riforma. Ora Ferrara ha i suoi musei (con la Pinacoteca il museo archeologico di Spina, Casa Romei, l'Abbazia di Pomposa. La condivisione di questo principio con il Ministro non si è limitata a correggere un errore grave dell'impianto della riforma Franceschini, ma mi ha condotto a suggerire di estendere lo stesso criterio ad altre fondamentali capitali dell'arte e del turismo italiano che, nonostante il loro rilievo e la loro autonoma civiltà, erano senza una distintiva Istituzione museale.

Mi riferisco a Pisa, Lucca e Capri. Credo che le amministrazioni di queste città dovrebbero salutare questa riforma strutturale come un giorno di festa per un'inevitabile potenziamento della loro identità culturale e turistica.

Con un prossimo provvedimento definiremo i confini dei possibili raggruppamenti museali per ogni città. Modena, separata da Ferrara, con la Galleria Estense e la Biblioteca Estense (che ospita la mirabile Bibbia di Borso d'Este, «rubata» a Ferrara), potrà contare, oltre che su Palazzo Ducale di Sassuolo, anche sul suo monumento più insigne: Palazzo Ducale, sede dell'Accademia Militare, senza perdere la sua funzione operativa che rappresenta un valore culturale per se stessa, oltre agli appartamenti di rappresentanza in alcuni ambienti dei quali potrebbero trovare sistemazione opere dei depositi della Galleria Estense o di Fondazioni e istituzioni modenesi. Non va dimenticato, inoltre, che uno dei luoghi sacri della cultura, non solo modenese ma italiana, è il Museo Muratoriano, ovvero la mirabile Canonica di Santa Maria di Pomposa della quale Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), bibliotecario archivista dei duchi d'Este, fu parroco dal 1716. L'intero isolato forma la cosiddetta Aedes Muratoriana, che comprende la chiesa nella quale Ludovico Pogliaghi ha eseguito il sepolcro monumentale dello studioso modenese. Alcuni ambienti dell'edificio ospitano la Deputazione di storia patria per le Antiche province modenesi, mentre l'appartamento privato del Muratori costituisce un percorso museale. L'itinerario si apre con la biblioteca settecentesca, nella quale si custodiscono tutte le edizioni delle opere muratoriane, alcuni autografi, una collezione di medaglie coniate in onore dello storico e la ricca corrispondenza che egli intrattenne con altri personaggi di rilievo del suo tempo, come filosofi e scienziati del calibro di Isaac Newton e Leibnitz. Oltre ai mobili e a oggetti personali, nello studio sono affissi alcuni suoi ritratti, mentre le piccole sale attigue ne documentano l'attività sacerdotale e ne illustrano, con vedute, i luoghi della vicenda terrena del grande studioso. Insieme a Giovanni Battista Vico e a Benedetto Croce, Ludovico Antonio Muratori è uno dei fondatori della storiografia moderna.

Altre due realtà autonome, straordinarie e necessarie, sono i musei di Lucca e di Pisa che vanno ben distinti. A Pisa il Museo nazionale di San Matteo è la raccolta artistica più significativa ed esclusiva dei principali maestri della scuola pisana medievale e quattrocentesca, non meno significativa della Scuola senese che conta una Pinacoteca autonoma. È un Museo trascurato e poco valorizzato per la sua importanza. Ad esso va affiancato il Museo nazionale di Palazzo Reale, con raccolte di arazzi, arredi, ritratti della famiglia Medici. Ai due istituti va annesso il Museo nazionale delle navi antiche di Pisa, museo archeologico di recente istituzione per contenere le imbarcazioni di straordinario interesse, che hanno fatto parlare di una Pompei marittima, scoperte nel 1998. Come ai musei ferraresi si è legata la Basilica di Pomposa ai Musei Pisani sarà d'uopo annettere la Certosa monumentale di Calci. Monumento tra i più insigni della Toscana che ospita, oltre al Museo di storia naturale dell'Università di Pisa, anche la notevole quadreria del Convento, negli ambienti della foresteria. Andrà inoltre valutato se estendere i Musei di Pisa fino al Museo nazionale delle residenze napoleoniche nella palazzina dei Mulini dell'Isola d'Elba, testimonianza significativa del gusto napoleonico. Napoleone seguì personalmente non solo la progettazione architettonica ma anche la scelta delle decorazioni, con affreschi del piemontese Antonio Vincenzo Revelli, pittore ufficiale della corte elbana, e della mobilia. Anche durante il breve esilio elbano, Napoleone non rinunciò al piacere di possedere «une bonne bibliothèque», testimonianza del desiderio di conoscere la storia e gli uomini: nell'arco di pochi mesi, raccolse 2378 volumi.

Anche la città di Lucca i cui musei sono poco frequentati, pur avendo avuto negli ultimi anni un grande incremento di turismo culturale, trarrà giovamento dall'autonomia grazie alle due sedi di grande rilievo, per la storia dell'arte a Lucca, dei musei nazionali di Villa Guinigi e di Palazzo Mansi, cui potrebbe essere annesso, in un percorso museale, il Palazzo reale, ora sede della Prefettura. Lo scalone del Nottolini porta alle sale di rappresentanza.

Qui fino al 1977 era situata la Pinacoteca nazionale, oggi a Villa Guinigi. In cima allo scalone si trova la Galleria delle statue, decorata da stucchi e da statue marmoree a imitazione di quelle classiche, opere soprattutto di artisti carraresi. La Sala del Consiglio generale della Repubblica ospita un dipinto fiammingo con la Famiglia Buonvisi e l'affresco della Libertà lucchese di Pietro Testa, un tempo sulla porta di accesso del Cortile degli svizzeri. Sopra la loggia delle Guardie si trova la cosiddetta Loggia dell'Ammannati, decorata da grottesche e stucchi del Cinquecento. La Sala degli Staffieri ha le pareti affrescate da Luigi Ademollo. Un grande potenziamento della offerta museale di Lucca. Qui è inoltre la sede del museo del Risorgimento.

Avere in una città Musei nazionali autonomi non è soltanto una questione organizzativa ma, ribadisco, etica e politica, colta dal Ministro Sangiuliano senza esitazioni ed estesa ad altre città più grandi, come Torino, Firenze e Napoli, con la promozione dei Musei Reali di Torino, del Museo archeologico di Napoli e del Bargello unito alle Gallerie dell'Accademia di Firenze, innalzati a Musei di primo livello, con i benefici effetti che ne conseguiranno per tali imponenti istituzioni. Ogni città e ogni area geografica trarranno vantaggio da questa riforma. Due di esse hanno un particolare significato, e sono state fortemente condivise dal Ministro e da me: i Musei di Capri, con Villa Jovis, i percorsi archeologici e la Certosa di San Giacomo; e le ville monumentali della Tuscia, con i siti straordinari di Villa Lante a Bagnaia e di Palazzo Farnese a Caprarola. Credo che questa riforma, di forte significato civico e politico, accresca il valore dei musei e del patrimonio monumentale delle città e dei borghi italiani.

Musei autonomi, città più ricche.

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