Cronaca locale

«Sea non fa retromarcia, causa contro Alitalia»

Impresa e politici, Nord compatto: sì a moratoria e offerte alternative

«Sea non fa retromarcia,  causa contro Alitalia»

(...) Assieme alla fermezza nelle posizioni, c’è tuttavia anche l’apertura al dialogo. «Certo - precisa Bonomi - se dovesse arrivare una proposta transattiva, la valuteremo. Siamo persone ragionevoli. Ma al momento di proposte non ce ne sono». Bonomi, che fra quattro giorni dovrà mettere in cassa integrazione novecento dipendenti per via dei tagli dei voli a Malpensa, precisa che la causa contro Alitalia «è un atto dovuto a tutela dell’integrità dell’azienda, dei lavoratori, degli azionisti». All’ipotesi avanzata dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi, che punta su una cordata italiana alternativa ad Air France, Bonomi non si sbilancia più di tanto e risponde: «Se ci sarà una cordata, bene».
Mentre Dario Franceschini, numero due del Pd, accusa la Regione Lombardia e la Provincia di Milano di non aver dotato Malpensa delle infrastrutture necessarie ad un hub, arriva secca la replica del Pirellone: «Franceschini è senza vergogna. Dimentica che fino a quando non ci sarà in Italia il federalismo fiscale, le grandi opere di collegamento stradale e ferroviario sono compito dello Stato, cioè del suo governo». Repliche anche per il ministro Linda Lanzillotta, che ha accusato la Regione di non usare i suoi poteri in materia di aeroporti. «Proprio lei - controbatte una nota targata Lombardia - che in consiglio dei ministri si è battuta e ha ottenuto che il governo impugnasse la legge lombarda bipartisan proprio sulla materia aeroportuale davanti alla Corte costituzionale».
A sperare in una svolta è anche la Lega Nord. «La trattativa - sostiene Davide Boni, capodelegazione leghista in Regione - è sempre stata condotta in maniera miope e sbagliata, con i francesi lasciati liberi di mettere le mani sulla Lombardia e sul nostro hub. Vendano, o meglio svendano pure tutto quello che vogliono, ma non il nostro territorio». Il Nord rimane compatto nella sua posizione. Dagli imprenditori ai politici, tutti sono saldi su una linea in due punti. Uno: chiedere la moratoria per Malpensa per dare la possibilità all’aeroporto di riorganizzarsi. Due: valutare altre offerte.

Intanto ci si prepara al taglio dei voli, già cominciato ma ufficiale dall’inizio di aprile: 17 rotte internazionali in meno, con 137 voli cancellati, 24 rotte europee soppresse, con altrettanti 529 voli, e niente aerei in Italia per volare fino a Pisa, Perugia, Genova, Firenze, Ancona e Bologna.

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