La stanza di Feltri

Non si può tacere il ritardo del Sud

Non mi dico pentito né sono disposto a ritrattare quello che ho affermato riguardo il nostro Mezzogiorno

Non si può tacere il ritardo del Sud

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Non si può tacere il ritardo del Sud

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Gentile Direttore Feltri,
l'hanno tacciata di razzismo verso il Meridione d'Italia per avere parlato di arretratezza rispetto soprattutto al Nord della penisola. Nonostante lo sbraitare del signor Vincenzo De Luca, governatore della Campania, ci sono purtroppo i dati che confermano il divario. Anche per le piccole (grandi) cose. Per esempio, al Nord è impossibile (o quasi) trovare per strada un cane randagio. Al Sud, viceversa, è normale trovarne a bizzeffe. Un caso?
Cordiali saluti
Piero Casati

Caro Piero,
non mi dico pentito né sono disposto a ritrattare quello che ho affermato riguardo il nostro Mezzogiorno. Decenni di negazionismo e di indifferenza da parte della società civile e delle istituzioni hanno contribuito ad aggravare una situazione di immobilismo e di apatia nella quale il Sud e i meridionali permangono tuttora incastrati, anzi imprigionati, nonostante le potenzialità e le prepotenti vocazioni che quei territori possiedono. Tutto ciò si traduce in uno spreco imperdonabile: di risorse, di capitale umano, di opportunità. A farne le spese sono milioni di cittadini che in quelle aree vivono e che da quelle aree sono costretti, loro malgrado, ad emigrare, recidendo il contatto quotidiano con le radici e allontanandosi dai familiari oltre che dai luoghi natali, allo scopo di potere lavorare e campare decentemente. È questo a scandalizzarmi. È questo a doverci indignare e non le mie libere opinioni, espressione di quella libertà di pensiero che è costituzionalmente garantita ma che pure in questi ultimi anni è sotto attacco, minacciata da quel politicamente corretto che spesso vieta di pronunciare il vero, che ci costringe a rinunciare alla verità in nome di un perbenismo meschino e finto.

Ribadisco: il Mezzogiorno è arretrato, inferiore, come inferiori sono le condizioni di vita e le chance di cui possono godere gli abitanti della parte bassa dello Stivale.

Se devo essere incriminato, perseguito e processato per avere osato proclamare questo fatto incontrovertibile, lo accetto. Lo considererò un ineludibile rischio del mestiere nell'epoca del conformismo imperante.

E sia chiaro: nel momento in cui sostengo quello che ho appena scritto, non intendo affatto riferirmi ad uno stato di inferiorità di tipo antropologico del popolo meridionale. Trattasi di gente piena di valori, perbene, espressione spesso dell'eccellenza italiana nel mondo in qualsiasi ambito, gente resa forte e resistente dalla circostanza di nascere e crescere dove tutto è più difficile. Nutro addirittura ammirazione nei confronti di questa gente e non è un caso che i miei migliori amici provengano proprio da quelle zone, colleghi con i quali ho avuto il piacere e l'onore di lavorare, alcuni dei quali, purtroppo, non ci sono più.

Nemici del Mezzogiorno non sono coloro che parlano e scrivono del divario che tuttora sussiste tra una parte e l'altra dell'Italia, nemico non è Vittorio Feltri, nemici semmai sono quanti nascondono queste verità, quanti le negano, le offuscano, le tacciono.

Per quanto riguarda l'esempio che tu mi sottoponi, ossia quello del randagismo, che sarebbe, e in effetti è, fenomeno dilagante nel Sud del Paese, ritengo che esso sia calzante ed efficace, in quanto massimo emblema di quella stasi che caratterizza la vita civile e politica meridionale. Sarebbe obbligo delle istituzioni locali provvedere alle sterilizzazioni degli animali che vivono per strada, allo scopo di contrastare il randagismo stesso, invece spesso sono i cittadini volenterosi a farsi carico delle spese veterinarie di questo tipo. Conosco qualche gattara dell'estremo Sud che compie tutto quello che dovrebbero compiere le istituzioni latitanti, dalle quali ella non riceve alcuna forma di aiuto, semmai viene ostacolata dalle stesse.

Ti confesso che, a mio avviso, nulla è più triste e sintomatico di inciviltà dello spettacolo atroce costituito da gatti e cani che se ne vanno raminghi e disperati per le vie delle città, denutriti, malconci, malaticci, in balia di maltrattamenti e pericoli di ogni sorta. In uno Stato di diritto come il nostro, la cui Costituzione, precisamente l'art. 9 (come modificato dalla L. cost. 1/2022), contiene un riferimento alla necessità di tutelare gli animali con apposite leggi dello Stato, bestie riconosciute quali esseri senzienti, tutto questo non dovrebbe mai e poi mai accadere.

Tuttavia, nel Mezzogiorno è la normalità.

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