Il personaggio della settimana

Dal dimenticatoio chef Rubio incita alla violenza contro #Brumotti

Cosa succede se un personaggio influente sui social giustifica la violenza? Il caso di Chef Rubio contro Vittorio Brumotti aggredito a Roma

Dal dimenticatoio chef Rubio incita alla violenza contro #Brumotti

Capiamo tutto eh. Capiamo la ferma necessità di non sparire, inghiottiti dall'oblio. D'altronde non è forse questa una delle paure più grandi di chi per un po' è stato famoso, popolare o, comunque, riconosciuto anche se solo dal fruttivendolo di fiducia? Capiamo per questo motivo la necessità di arringare le folle. E Chef Rubio, dopo aver chiuso (volente o nolente) con la televisione, ha trovato la sua strada su Twitter. È principalmente dal social dell'uccellino blu che l'unto e bisunto pontifica e attacca, il più delle volte senza mezzi termini perché si sa, lui è uno vvvero. L'ultimo a essere entrato nel mirino di Gabriele Rubini, perché è così che si chiama, è il biker Vittorio Brumotti, inviato di Striscia, che dopo essere stato pestato si è addirittura sentito dire che ne ha prese troppo poche. Ah.

"Propaganda infame"

Cosa avrà mai fatto Vittorio Brumotti di così sconveniente? Mah, niente di diverso rispetto a quanto fa solitamente per Striscia la notizia. L'inviato ha documentato lo spaccio di droga in una delle borgate romane, il Quarticciolo. L'ha fatto a Milano, a Padova, a Palermo, Napoli e ovunque gli arrivino segnalazioni da parte dei cittadini esasperati dalla delinquenza. Solo l'intervento dei carabinieri ha evitato il peggio a Brumotti e alla sua troupe al Quarticciolo, ovviamente sotto una pioggia di "infami" che cadeva come se non ci fosse domani.

Tutto regolare per Chef Rubio, anzi no. Per lui la colpa è di Brumotti. "Non sapete nulla del core immenso del Quarticciolo, voi giornalisti da strapazzo vi dovreste vergognare per la propaganda infame che riservate a chi è abbandonato dallo Stato, e resiste nonostante tutto con dignità e umanità. Brumotti sei un infame, troppe poche te n’hanno date", ha scritto Chef Rubio. E sarebbe interessante sapere quante gliene avrebbero dovute dare, secondo lui, per essere una giusta punizione. Solo per capire.

L'esempio di Elodie

Che anche al Quarticciolo ci sia gente cor core grande non è in discussione. Che sia la maggioranza, pure. Poi ci sono gli altri, la minoranza, e stona la narrazione del vittimismo, di chi "resiste con dignità e umanità" vendendo droga. Fa passare un messaggio sbagliato, sbagliatissimo. "Umanità e dignità" ce l'ha una come Elodie e chi come lei. Elodie è di un'altra borgata difficile di Roma, il Quartaccio. Come ha spesso raccontato le sarebbe stato facile prendere strade deviate ma fortunatamente sono tanti e tante le Elodie italiane che sono riusciti a realizzarsi nella vita usando il background complicato come punto di forza e non come strumento del vittimismo. Persone che magari hanno sbagliato nella loro vita e che sono però riuscite a rialzarsi senza addossare ad altri le proprie colpe, senza incolpare gli altri delle proprie miserie.

L'intervento di Fabrizio Moro

Ah, a proposito. Fabrizio Moro ha affermato che mentre partecipava a un progetto cinematografico al Quartaccio lui e il gruppo sono entrati anche negli angoli di spaccio e "qualcuno si è lamentato, com’è giusto che sia".

Com'è giusto che sia, perché in Italia bisogna pure scusarsi se si disturba il nobile lavoro dello spaccio, giusto? Er grande core delle periferie e delle borgate si onora eliminando i rami secchi e garantendo a tutti gli altri una vita davvero dignitosa, lontana da tutto questo. Ma finché ci sarà chi giustifica aggressioni e spaccio perché "la droga è una conseguenza del fallimento dello Stato", che altro ce sta da dì?

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