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"Ma chi è che mi chiama, è pazzo?". Imprevisto in diretta per Porro

A Quarta Repubblica il conduttore riceve una telefonata in diretta: "È un pazzo, a meno che non sia una querela"

"Ma chi è che mi chiama, è pazzo?". Imprevisto in diretta per Porro

Simpatico inconveniente in diretta a Quarta Repubblica. Durante il faccia a faccia tra Alessandro Sallusti e la deputata grillina Giulia Sarti sui referendum della giustizia, all'improvviso è squillato il telefono del conduttore. "Ma chi è che mi chiama in diretta?", ha detto Nicola Porro sorpreso di vedere un numero telefonico sullo schermo. Poi ha aggiunto, sorridendo: "È un pazzo, a meno che non sia una querela in diretta".

Una puntata, quella odierna di Quarta Repubblica, largamente dedicata ai referendum. Prima l'intervista doppia a Matteo Renzi, autore di "Il Mostro", e Luca Palamara, l'ex magistrato che ha aiutato a rivelare i retroscena del "sistema". Tra i temi toccati, anche quello della mancata nomina di Gratteri a ministro della Giustizia nel lontano 2014. Matteo Renzi stava per giurare come premier quando propose a Giorgio Napolitano, allora presidente della Repubblica, il nome del magistrato come Guardasigilli. Qualcosa, però, s'inceppò. "L'idea che Gratteri, un magistrato fuori dal meccanismo delle correnti, potesse improvvisamente diventare il magistrato più importante avvicinandosi così al potere della politica - ha raccontato Palamara - era qualcosa che non poteva essere tollerato...".

Dedicato alla giustizia anche il secondo blocco della trasmissione, con le due opinioni a confronto. Sarti e Sallusti hanno duettato sui cinque quesiti referendari, esponendo le ragioni del sì e del no. La grillina andrà a votare, ma non ritirerà la scheda. Favorevole invece il direttore, che nell'urna infilerà i suoi voti. Proprio in chiusura di dibattito è squillato il cellulare di Porro. Il conduttore ha poi continuato la trasmissione senza ulteriori scossoni.

E senza rivelare, ovviamente, chi lo abbia cercato nel pieno della trasmissione settimanale.

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