Cultura e Spettacoli

"Farò distruggere i falsi Modigliani in mostra a Genova"

Si complica giorno per giorno l'affaire Modigliani in ordine ai presunti falsi alla mostra di Palazzo Ducale a Genova

"Farò distruggere i falsi Modigliani in mostra a Genova"

Si complica giorno per giorno l'affaire Modigliani in ordine ai presunti falsi alla mostra di Palazzo Ducale a Genova. Dopo la denuncia del collezionista Carlo Pepi, è intervenuto in suo sostegno l'esperto Marc Restellini. Il curatore Rudy Chiappini ha risposto alle accuse con un corposo dossier in attesa che si pronunci Mariastella Margozzi, perito nominato dalla procura di Genova. Ora, dalla Francia Marc Ottavi che sta curando un catalogo ragionato su Kisling scrive in data 14 giugno a Palazzo Ducale una lettera raccomandata in cui dichiara l'assoluta falsità dei Modigliani-Kisling in quanto non appartenenti a nessuno dei due artisti e ne intima il ritiro immediato. Chiappini risponde con documenti che attestano l'autenticazione da parte di Jean, figlio di Kisling.

Da Parigi interviene ancora Marc Restellini che sostiene la posizione di Ottavi, ricordando che per il catalogo ragionato di Kisling è al lavoro la nipote e che molti falsi sono frutto di un «abuso» a danno di Jean, ormai anziano signore. Dall'Istituto Restellini di Parigi ci chiarisce per iscritto la sua posizione: «In mostra ci sono 7 dipinti falsi di cui un recto-verso, quindi possono essere considerati otto. Ho ritenuto mio dovere farne segnalazione alle autorità italiane. Ma dubito anche dell'attribuzione di un altro dipinto e di cinque disegni». Restellini ritiene che il curatore Chiappini non abbia potuto fornire alcun materiale probatorio scientifico sufficiente perché «non c'è niente su queste opere prima degli anni '70. E non esistono opere anche apparse in quegli anni senza la minima traccia documentaria anteriore. Modigliani è un pittore molto più documentato di quanto non si dica, basta lavorare». In particolare a proposito del Nudo di Céline Howard: «è la sola documentazione cosiddetta antica ed è falsificata, ne ho le prove materiali e sono sbalordito che ad oggi non mi siano state richieste. Se necessario, le renderò pubbliche». E a proposito del ritratto di Chaïm Soutine: «i proprietari mi hanno commissionato una expertise completa prima di questa esposizione e la mia risposta è stata senza appello: è un falso, nero su bianco. Com'è stato possibile vederlo in mostra qualche settimana dopo?». Restellini ad oggi ha diretto tre musei, organizzato 140 esposizioni tra cui cinque retrospettive di Modigliani nel mondo viste da milioni di spettatori, creato la Pinacoteca di Parigi, chiusa nel 2016 e per 13 anni tra i musei più frequentati della capitale: «So quindi molto bene quale sia la responsabilità di un direttore di museo rispetto non solo alle opere, ma anche al pubblico che ha il dovere di rispettare ed educare. L'obbligo morale è innanzitutto quello di non ingannare il pubblico che non è in grado di giudicare. Davanti al minimo dubbio la reazione può essere una sola: l'immediato décrochage delle opere sospette. E non è stato fatto».

A proposito del catalogo il cui incarico secondo Rudy Chiappini gli sarebbe stato revocato dall'Istituto Wildenstein: «Si tratta di una di quelle contorsioni volte a coprire la mancanza di argomentazioni solide: il catalogo gode di ottima salute come il mio rapporto con Guy Wildenstein con cui abbiamo deciso di lavorare separatamente e sarà pubblicato entro l'anno». E se alla fine l'autenticità delle opere in mostra non venisse disconosciuta? «Non riesco neanche a immaginarlo. Ma qualunque cosa accada io vado avanti, rispetto a Carlo Pepi ho dalla mia parte una legislazione differente e i tribunali francesi.

Quelle opere le cercherò ovunque e le farò distruggere, non ci stanno a fare nulla in un museo».

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