Cultura e Spettacoli

Magnifica Presenza, una sinfonia di sentimenti al cinema

Il nuovo film di Ferzan Ozpetek è una curiosa quanto riuscita sintesi di commedia e ghost story

Magnifica Presenza, una sinfonia di sentimenti al cinema

Magnifica Presenza, il nuovo film di Ferzan Ozpetek, è una piacevolissima sinfonia di sentimenti oltre che una curiosa quanto riuscita sintesi di commedia e ghost story.

Pietro (Elio Germano) si è trasferito a Roma dalla Sicilia per inseguire il sogno di diventare attore. Dopo aver convissuto con una confusionaria parente, ha finalmente trovato una casa tutta per sé: un’affascinante abitazione d’epoca nel quartiere Monteverde. La nuova sistemazione, dall’affitto incredibilmente basso, lo entusiasma. Almeno fino a quando non scopre che quelle stanze sono già occupate, o meglio infestate, dagli attori della compagnia teatrale Apollonio, lì dai tempi della guerra, ancora truccati e abbigliati da scena, sia pure, evidentemente, non più in carne e ossa. Come vuole la tradizione, Pietro dovrà risolvere il mistero che impedisce ai suoi coinquilini di “passare oltre” e liberare la dimora.

Elio Germano è, al solito, innegabilmente bravo nel dare corpo, espressione e voce al suo personaggio, che stavolta è un giovane uomo decisamente non cresciuto, dai modi infantili, trattenuti, spauriti. Pietro è tonto quanto timido e forse ha un quoziente intellettivo non esattamente nella norma. Del resto, ci voleva un tipo un po’ folle per potersi integrare a quelle bizzarre presenze anni Quaranta. Dopo le difficoltà iniziali, la convivenza inizia a funzionare perché tutti gli abitanti della casa, vivi e non, hanno in comune la diversità e l’incompiutezza: Pietro non ha ancora imparato a vivere, i suoi eccentrici coinquilini non hanno ancora imparato a morire. I temi cari ad Ozpetek ci sono tutti e tutti assieme. Come se il regista giocasse ogni volta con le stesse tessere a formare mosaici sempre nuovi e emozionanti. Perfino la pasticceria dove il protagonista lavora di notte è ancora una volta la pasticceria Andreotti.

Tra sorrisi e occhi lucidi, il tutto è godibilissimo e qualche scena talmente amabile nella sua originalità da farsi ricordare. L’estetica dei vari componenti della compagnia Apollonio è perfetta, insuperabile.

La bravura dei loro interpreti confluisce in un coro di eccellenze in cui in realtà non si mette bene a fuoco nessuno; ma va bene così o si andrebbe ad offuscare il protagonista, la vera magnifica presenza del film.

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