Cultura e Spettacoli

Sironi, grandioso e severo nell'arte e nella vita privata

Il biografo (e nipote) ricorda il pittore, ora celebrato in tre mostre diverse. "Era un implacabile visionario"

Sironi, grandioso e severo nell'arte e nella vita privata

Nel foyer del Teatro del Casinò di Sanremo Paesaggio del 1899 di Mario Sironi (1885- 1961) è talento di un 15enne in agguato. E il talento di un artista è un potente anestetico rispetto alle angherie dei suoi limiti umani. Nevrosi, sensibilità esasperata, scollamento dalla realtà, ma se l'opera arriva a colpirti a testa d'ariete, sopraffatto perdoni. Andrea Sironi-Strausswald è stato un bersaglio particolare, ripudiato dal nonno perché voluto da mamma Aegle fuori dal matrimonio. E oggi critico d'arte esperto dell'opera sironiana e presidente dell'Associazione Mario Sironi di Milano impegnata in una mastodontica opera di digitalizzazione delle immagini di tutte le opere. Nonché raffinato e ironico biografo dell'artista: «Anche se nessuno me ne parlò apertamente, ho sempre intuito di non essere mai stato nelle sue grazie». Ma ecco: «La cosa strana è che lo ritenni fin da principio normalissimo. Sono cresciuto in mezzo alle sue opere, la cui grandezza e bellezza mi fu subito chiara». Se poi cresci in casa anche con Anna Maria Ortese la teoria del carattere infernale del genio diventa irreversibile: «Le ho voluto bene, una personalità stellare e tutto il resto diventava irrilevante».

A Sanremo fino al 19 febbraio 32 opere - olii, tempere e bozzetti scenografici - rientrano nella triplice esposizione (anche Bologna e Bergamo) a cura della Galleria 56 di Bologna, in occasione dei 55 anni dalla morte e preludio di un Solo Sironi show (27- 30 gennaio) ad Arte Fiera di Bologna. Sironi rimane a Sanremo anche nella settimana del festival che tutto fagocita. «Non escludo lo abbia ascoltato alla radio - osserva il suo unico discendente diretto - Wagner e Beethoven erano i compositori di cui aveva più dischi, ma tutto il suo percorso artistico dimostra che la distinzione tra cultura alta e bassa gli era completamente estranea. Come avrebbe potuto altrimenti occuparsi di illustrazioni, manifesti pubblicitari, allestimenti per le masse invece di chiudersi nella torre d'avorio della pittura pura. Lui suonava la fisarmonica, aveva spartiti di canzoni». Ma aleggia nelle sale del teatro voce di scenografie sironiane già negli anni 30, in particolare il progetto di una madonna Imperia, ipotesi ora al vaglio di studiosi locali. Sironi-Strausswald immagina il maestro dei paesaggi urbani (in mostra due tempere degli anni 20) scendere alla vecchia stazione di fronte al Casinò e ne formula un'altra: «Penso avrebbe apprezzato la nuova stazione interna sotterranea, si chiude con l'idea ottocentesca del treno sul mare e lui come artista ha fatto molto per chiudere con l'800». Magari come nonno e genitore è rimasto al treno sul mare, ma certo l'artista è stato grande nel riflettere sulla contemporaneità e la riattualizzazione del passato. E anche l'idea di un cupo pessimismo tout court è per il nipote uno stereotipo. «Parlerei piuttosto di una severa grandiosità, come d'altronde in tanta pittura tra il XII e il XVI secolo. Con episodi, nell'illustrazione come nella fase metafisica, di fiabesca e colorata fantasia».

Certo siamo lontani dalla joie de vivre di illustri contemporanei, anche in vita, a prescindere dall'oblio nel dopoguerra di Sironi «fascista» (cui appartengono i bozzetti in mostra): a Bergamo, altra sede espositiva in collaborazione con Ente Fiera, Sironi è sepolto in tomba personalmente disegnata con testa vista scorcio monti preferito. Ma se conosci bene la vita di un artista, anche nell'opera puoi vedere altro. Figura con cappello in un interno del 1936 è «qualcosa che a prima vista non si direbbe - ci fa notare Sironi Strausswald - un visionario e implacabile capricho che attesta l'interesse di Sironi per l'arte e la cultura spagnola. Mia madre lo ricordava entusiasta al suo ritorno da Madrid e anche come la Carmen non lo convincesse perché la cultura musicale francese di Bizet gli sembrava inadatta ad esprimere un dramma spagnolo.

Sia detto per inciso, questa opinione non è mai stata condivisa in famiglia».

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