Cultura e Spettacoli

Sorrentino ora riflette sulla grande «Giovinezza»

Angoscia creativa, struggente infelicità e ultimi desideri incarnati da due vecchi artisti (Michael Caine e Harvey Keitel) e una splendida Madalina Ghenea. E il tempo che passa

Un'immagine del film "La giovinezza" di Paolo Sorrentino
Un'immagine del film "La giovinezza" di Paolo Sorrentino

Vieni, invecchia con me sulle Alpi, tra una sauna e una voglia struggente. Ce lo chiede Paolo Sorrentino, pronto a mostrarci un altro tipo di «Grande Bellezza », ancora in odor di putredine come la Roma splendidamente balorda al centro del suo film premio Oscar: quella dei cuori stagionati, ma ardenti al fuoco d'una passione ostinata e lenta. È questo il perno intorno a cui gira Youth. La giovinezza (dal 21 maggio con Medusa), atteso film del regista partenopeo in odore di Cannes. Aspettando la comunicazione ufficiale il 16 aprile, quando verranno svelati i titoli sulla Croisette, il trailer diffuso ieri è una pillola di adorabile infelicità, con Michael Caine starring l'ottantenne Fred, compositore e direttore d'orchestra in pensione, seduto davanti a un termosifone con scaldavivande che mormora: «Tu hai ragione. Io capisco solo la musica». Chissà se il vegliardo riuscirà a realizzare il suo sogno di un ultimo concerto a Buckingham Palace, per il compleanno del principe Filippo. L'invito della regina Elisabetta l'ha già ricevuto...

Ma con chi parla il divo inglese, ritratto come in un quadro di Hopper, sullo sfondo d'una malinconia senile ricoverata allo Schatzalp Hotel di Davos, neanche fossimo ne La montagna incantata (1924) di Thomas Mann? È l'amico Mick, suo coetaneo, cioè Harvey Keitel, a raccogliere confessioni e pentimenti in articulo mortis : lui, il sodale d'una vita, fa il regista, è in attività e vive anch'egli un'ultima stagione nel buen retiro degli anziani ricchi. Ed eccoci tornati ai temi preferiti di Sorrentino: l'angoscia artistica e il desiderio, la perdita e l'amore che non conosce tramonti. Perché, a rinfocolare i maschili ardimenti di Fred e Mick, in quella Villa Arzilla art nouveau e vip, dove il silenzio regna sui prati pettinati all'inglese, arriva lei, Madalina Ghenea, ovvero la giovinezza fatta carne e curve: impossibile non fantasticare sul suo corpo nudo, a mollo nell'acqua termale. E infatti i due vecchioni la guardano struggendosi, mentre meditano di riprendere in mano le loro carriere. Hai voglia a stenderti sui tubi d'acciaio del massaggio termale, mentre la giovane si mostra senza veli tra i vapori sulfurei.

È la seconda volta che Sorrentino collabora con attori anglofoni, dopo This Must be the Place (2011) con Sean Penn e Francis McDormand, volgendo lo sguardo al mercato globale. Se l'Occidente invecchia, il tema del tramonto fisico, accompagnato da passioni mentali, è calibrato sul pubblico di una certa età. Che ritroverà divi ad esso noti, come Jane Fonda. E come Michael Caine, soprattutto, che qui s'aggira anche per le calli di Venezia - dopo Roma, un'altra città in piena decadenza -, tra i rii dei Greci e San Lorenzo, indossando un completo grigio e un cappello di feltro e buttando in laguna la carta rossa d'una caramella vintage quanto lui.

Anche stavolta, come per La grande bellezza , la produzione è imponente, tra Indigo Films con Medusa, per quanto riguarda l'Italia; Barbary Films con Pathè, per la Francia e l'inglese Number 9 Films, con la svizzera C-Films a completare lo sforzo finanziario. Nel cast di stelle, figurano anche la londinese Rachel Weisz, che nel trailer sospira angosciata, mentre dovrebbe rilassarsi sul lettino da sanatorio, e Paul Dano.

Dovesse andare a Cannes anche Mia madre di Nanni Moretti, centrato sul tema della morte e della creatività, assisteremmo al gemellaggio di due mestizie.

Commenti