Cultura e Spettacoli

Trionfo di Wilson e Nash: delude Kurt Elling

Tiene banco il duo sax e batteria. Non convince la rilettura di Sinatra

Franco Fayenzda Orvieto (Terni)La 23ª edizione dell'Umbria Jazz invernale ha registrato il trionfo del duo formato dal sassofonista alto e soprano Steve Wilson e dal batterista Lewis Nash, protagonisti di quattro concerti assai diversi l'uno dall'altro, al teatro Mancinelli di Orvieto. Ma prima bisogna dire di qualche lieve mugugno che abbiamo raccolto qua e là. In buona sostanza, quasi tutto si riconduce all'osservazione per cui, non soltanto per l'aspetto formale, Umbria Jazz Winter tende a rassomigliare sempre più alla sorella maggiore prevista ogni anno in piena estate a Perugia.Si diceva di Wilson & Nash. Due anni fa avevano già suonato all'Umbria Jazz Winter tenendo due concerti nel clima ovattato del Museo Emilio Greco, dove l'infallibile engineer Gianni Grassilli registrò il materiale per un cd fuori commercio prediletto dagli autori. Fu un successone anche allora, ma non delle proporzioni memorabili dei quattro recital del Mancinelli che hanno caratterizzato l'intero festival. Ricordiamo brani impeccabili di Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Ellington-Strayhorn ed Ellington-Tizol che hanno provocato il vivo desiderio di riascoltarli. Non così invece la pur pregevole voce di Kurt Elling, incaricato di celebrare il centenario della nascita di Frank Sinatra, sebbene disponesse di un'eccellente e compatta orchestra di giovani musicisti in buona parte italiani. Ma gli italiani sono ormai abituati ai figuroni nei festival. Ecco Danilo Rea al pianoforte solo, che dopo avere stupito con le sue interpretazioni jazzy dei brani d'opera, adesso si occupa mirabilmente dei Beatles e dei Rolling Stones, permettendosi di suonare per più di un'ora senza soluzioni di continuità. E poi il quartetto The Golden Circle di Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Enzo Pietropaoli e Marcello Di Leonardo che sa commuovere i consapevoli facendo suo in modo splendido il repertorio di Ornette Coleman.

E ancora Paolo Fresu in trio con Daniele Di Bonaventura bandoneon e Marco Bardoscia contrabbasso, mentre per nostro conto chiediamo una prova d'appello live a Fresu per l'impegnativo progetto Vinodentro, ancora con Di Bonaventura e con l'indispensabile ausilio di un'orchestra da camera, ben sostenuto a Orvieto da quella di Perugia.

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