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Anche nel 2002, ultimo mondiale verdeoro, aiutino all'esordio E c'era Scolari: «Conta solo l'opinione del direttore di gara»

Anche nel 2002, ultimo mondiale verdeoro, aiutino all'esordio E c'era Scolari: «Conta solo l'opinione del direttore di gara»

Rio de Janeiro Bravo Neymar, bravo Oscar, autori dei gol del Brasile, ma il protagonista assoluto del debutto dei padroni di casa al Mondiale di casa è l'arbitro giapponese Yuichi Nishimura. Lo stesso che aveva diretto la sconfitta, e conseguente eliminazione, dei verdeoro con l'Olanda, ai quarti di finale di Sudafrica 2010. «A-ha, u-hu, o juiz é nosso (l'arbitro è nostro)», intonava la tifoseria brasiliana.
Il tuffo di Fred in area «premiato» con il rigore viene ammesso anche dai cronisti locali. Arnaldo César Coelho, arbitro della finale mondiale 1982 Italia-Germania Ovest 3-1 e ora commentatore di Rete Globo, decreta che lui non l'avrebbe mai dato: «Non c'è stato nulla». Salvio Spinola, altro ex arbitro, commenta su Espn Brasil che Neymar poteva essere espulso per la smanacciata a Modric, ma se l'è cavata solamente con un cartellino giallo. Aiutini e dea bendata. Autore di una doppietta alla sua prima partita col Brasile in un Mondiale, Neymar ammette un po' di fortuna in occasione del primo gol: «Il tiro è uscito nella direzione giusta, ma debole. Meno male che è entrato».
Comunque l'esordio viene già paragonato a quello del Mondiale 2002, l'ultimo vinto dai verdeoro. Allora la Turchia era partita in vantaggio e il Brasile vinse su rimonta per 2-1 con un rigore procurato da Luizao, anche quello inesistente perché il fallo avvenne fuori area ma il centravanti cadde dentro e ingannò l'improponibile fischietto sudcoreano, Kim Young-joo. Dodici anni dopo il Brasile rimonta sulla Croazia che sblocca anche il risultato e poi viene penalizzata con un rigore inesistente. In entrambe le occasioni, Luiz Felipe Scolari commissario tecnico verdeoro. Corsi e ricorsi storici.
E lo stesso Scolari non si scompone quando gli chiedono della giocata decisiva: «L'arbitro ha visto il rigore. È la sua opinione che conta». Niko Kovac, commissario tecnico della Croazia, ritiene ridicola la prestazione dell'arbitro e ricorda che nei workshop Fifa venivano sottolineate le simulazioni da rigore: «Chi ha visto rigore alzi il dito», propone il ct croato in conferenza stampa. «Ha ragione il mio capitano Srna a dire che anche gli arbitri dovrebbero praticare il fair play», aggiunge. L'arrabbiatura croata non si limita alle parole. Gli incaricati della pulizia dell'Arena Corinthians, a San Paolo, trovano un tavolo ed alcuni oggetti rotti e appesi alle pareti nello spogliatoio slavo.
La stampa croata è indignata: «Croazia derubata», è il titolo del quotidiano Novi List, che fa riferimento al rigore e parla di vergogna. «Un killer giapponese ha sparato alle spalle a Niko Kovac», dice lo stesso giornale scagliandosi contro il direttore di gara. E ancora, con riferimento ai recenti scandali legati all'assegnazione del Mondiale 2022 al Qatar, sostiene che ora c'è un altro motivo per sospettare dell'integrità della Fifa. «Il Brasile ha festeggiato con l'aiuto dell'arbitro», sottolinea il Vecernji List. «Se questo è calcio, andiamo a casa», infierisce il quotidiano. «Ma perché non danno subito la coppa al Brasile?», si chiede Sportske Novosti.
Se per il Brasile il fischio del signor Nishimura è una dolce musica, lo stesso non si può dire di quelli, accompagnati dalle offese, dei tifosi alla presidente della Repubblica, Dilma Rousseff, presente allo stadio. Ad ottobre ci saranno le elezioni in Brasile e tra quelli che protestano certamente ci sono i sostenitori di altri candidati. Per non ripetere la Confederations Cup 2013, quando Rousseff e Joseph Blatter, presidente della Fifa, erano stati fischiati, vengono cancellati i tradizionali discorsi di apertura del Mondiale. Una prima da dimenticare e anche l'Arena Corinthians, detto stadio «Itaquerão», inaugurata lo scorso maggio e ancora incompiuta, era piena di problemi. Ascensori che si bloccano, mancanza di cibo nei bar, guasti di energia elettrica. Spettatori che hanno pagato oltre 300 euro per un biglietto nel settore più caro costretti a sedersi inizialmente sui gradoni e poi spostati in un settore provvisto di seggiolini.

Non solo fischi, anche fiaschi.

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