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"Ben Sulayem ha truccato una gara". La Formula 1 più circo che Circus

Il presidente della Fia avrebbe influenzato un gp 2023 favorendo Alonso

"Ben Sulayem ha truccato una gara". La Formula 1 più circo che Circus

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C'era una volta in cui il presidente della Fia, la Federazione Internazionale dell'auto, finiva sotto inchiesta perché coinvolto in uno scandalo a luci rosse e nere. Era il 2012 quando i tabloid britannici pubblicarono le sue fotografie con divisa da nazista impegnato in una simil orgia. Uno scandalo enorme anche perché Max Mosley era l'erede di sir Oswald, il fondatore del partito fascista britannico. I tabloid ci sguazzarono e lui alla fine dell'anno lasciò la poltrona a Jean Todt, uno che di non si è fatto mai beccare neppure con un capello fuori posto. Oggi la Fia torna nella bufera. Sotto inchiesta c'è Mohammed Ben Sulayem, presidente dal dicembre 2021. Nessuno scandalo sessuale, per quelli c'è già Christian Horner. Molto peggio dal punto di vista sportivo perché sarebbe intervenuto per correggere una decisione dei commissari. Il tutto è successo un anno fa in Arabia Saudita, quando dopo la gara Alonso si prese una penalizzazione di 10 secondi che lo fece scivolare fuori dal podio. L'Aston Martin era stata punita perché i suoi meccanici erano intervenuti in anticipo sulla vettura ferma al box per scontare 5 secondi di penalità. La penalizzazione fu cancellata qualche ora dopo e Alonso tornò sul podio. Oggi si scopre che a convincere i commissari sarebbe stato il presidente della Fia. Ben Sulayem avrebbe contattato direttamente lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa (vicepresidente della Fia per lo sport per Medio Oriente e Nord Africa) che si trovava in Arabia Saudita in veste ufficiale per assistere alla gara: il numero uno della Fia gli avrebbe detto in maniera chiara che a suo giudizio la penalità sarebbe stata da cancellare. Il tutto emerge da un rapporto al comitato etico redatto dal Compliance Officer Fia Paolo Basarri. Lo ha raccontato la Bbc, mentre la Federazione e il presidente non hanno voluto commentare la vicenda. Sembra di essere tornati agli anni Novanta quando il presidente della Federazione, Jean Marie Balestre, era solito intervenire per proteggere Prost nel duello con Senna. Ricordate Suzuka 1989? Fu Balestre a pretendere la squalifica di Ayrton per un inesistente taglio di chicane dopo l'incidente con il Professore.

Un presidente federale che interviene per correggere un commissario, un arbitro, un giudice è qualcosa che non si può vedere. Ma che nello sport non è poi una grande novità. Ricordiamoci di come il Mondiale 2006 fu indirizzato dalla segnalazione di Blatter all'arbitro che non aveva visto la testata di Zidane a Materazzi, mostrata invece dalla tv. In pratica fu la prima applicazione della moviola in campo. L'ingerenza di Ben Sulayem non ha avuto conseguenze così grandi, ma chissà perché suona davvero male in una Formula 1 alla ricerca di messaggi positivi da mandare.

Perché poi non può certo fare il moralizzatore un presidente che abusa del suo potere.

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