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Carletto-Pep, atto quarto. La nobiltà va in panchina

La sfida infinita tra Ancelotti e Guardiola: calcio diverso ma punti in comune. E numeri da record

Carletto-Pep, atto quarto. La nobiltà va in panchina

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Tre italiane nell'aprile 2023, zero un anno dopo. La Champions orfana di squadre di casa nostra nei quarti di finale (ma con la prospettiva concreta di una partecipazione più ampia nella prossima edizione) ha ancora una bandierina tricolore da sventolare. È Carlo Ancelotti, il Re del trofeo dalle grandi orecchie avendone vinti quattro da allenatore con Milan e Real Madrid e due con calciatore con la maglia rossonera.

Il tecnico emiliano, che ha rifiutato l'«autarchica» panchina del Brasile per restare con i Blancos, vuole essere ancora protagonista assoluto al 21° gettone nel torneo. Ma sulla strada troverà nuovamente quel Guardiola campione in carica - ha portato il City per la prima volta sul tetto d'Europa ed è alla 15ª apparizione di fila sul prestigioso palcoscenico continentale, dove ha vinto tre volte dalla panchina e uno in campo -.

Filosofie contrapposte: da una parte l'integralismo di Pep con calcio-fantasia basato su una rigida struttura tattica, dall'altra il camaleontismo di Carletto con adattamento all'avversario sfruttando le individualità dei campioni. Ma anche tanti punti in comune: dall'amore per Roma (hanno vestito entrambi la maglia giallorossa e il catalano ha vinto all'Olimpico la sua prima Champions da allenatore) alla lunga gavetta (gli inizi rispettivamente in Serie B italiana e in Tercera spagnola), i maestri Sacchi e Mazzone e soprattutto il senso di internazionalità che li ha portati ad allenare in tante squadre europee. Con Ancelotti vincente in tutti i Top 5 campionati del nostro continente e Guardiola il primo a realizzare con il Barcellona il sextete di titoli in un anno solare.

Stasera l'ennesimo capitolo, l'undicesimo, fra Carletto (200ª in panchina nella Champions) e Pep (a quota 173) in un Real Madrid-Manchester City - diretta alle 21 su Canale 5 e Sky - diventato ormai il classico da dentro o fuori della competizione: terza sfida in tre anni, con l'ultimo confronto che è una ferita aperta per l'italiano (lo 0-4 che spianò ai Citizens la strada per la finale poi vinta contro l'Inter), e ancora una volta prima dell'atto conclusivo. «Ma non è una sfida tra noi, bensì tra campioni di qualità straordinaria», così l'allenatore emiliano alla vigilia. Guardiola comanda con sei vittorie le sfide dirette - grazie soprattutto alla striscia in Premier League quando Carletto allenava l'Everton -, Ancelotti è in vantaggio 2-1 per quanto riguarda le qualificazioni al turno successivo di Champions tenendo conto anche del confronto del 2014 Real-Bayern, squadra quest'ultima dove avvenne la staffetta in panchina 24 mesi dopo. Chi ha superato il turno, ha poi alzato la Coppa. Chissà se sarà così anche quest'anno. Per Ancelotti sarebbe la 10ª semifinale, per Pep l'undicesima.

Senza contare che per arrivare a Londra bisognerà superare un altro ostacolo non da poco: la vincente di Arsenal-Bayern Monaco, l'altro quarto di nobiltà in programma stasera.

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