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Mancini: "Che tristezza l'Italia che non ha più grandi"

Il tecnico del Manchester City: "Stadi semivuoti, mancano soldi e appeal. Serie A ai livelli più bassi di sempre. Peccato che Pato vada via"

Mancini: "Che tristezza l'Italia che non ha più grandi"

Buongiorno Mancini, cosa si è portato dietro dal 2012 trascorso all'inglese, ovvero in attesa di una partita da giocare a Capodanno?
«Soprattutto gli ultimi tre minuti di Manchester City-Qpr. Uno dei momenti più incredibili... Qualcosa che rimarrà nella storia del calcio».

Al di là di ricordi personali...
«Cosa vuole le dica? Gli europei non mi hanno esaltato più di tanto. Ecco, magari diciamo che nessuno si sarebbe atteso l'Italia in finale. È stato un momento importante, Prandelli ha fatto un buon lavoro».

Scavi nella memoria.....
«Allora dico le Olimpiadi: bellissime! Uno spettacolo straordinario. Vedi gli atleti più forti di tutto il mondo, scopri sport che neppure sai che esistono».

Oscar ai protagonisti?
«La squadra femminile di fioretto. Sono quasi tutte di Jesi, quindi dei paesi miei, ma al di là di questo sono ragazze che vincono da anni, in ogni manifestazione. Straordinarie».

Poi, adesso, che lei è cultore della bicicletta ha un occhio di riguardo per gli altri sport...
«Appunto, un altro grande è stato Wiggins: ha vinto Tour e Olimpiade. Bravissimo».

Torniamo al pallone: che ne dice dell'Italia che in un colpo solo rischia di perdere Pato, Robinho e Sneijder?
«Sono situazioni diverse. Non so se sia un bene o un male. Mi spiace per Pato: è cresciuto da noi, perdere uno così giovane è davvero un peccato. Purtroppo, in Italia, siamo ormai abituati a lasciar partire i bravi giocatori».

Destino o incapacità?
«Pesa la situazione economica del paese, non permette investimenti. Eravamo abituati bene, ma da sette-otto anni stiamo perdendo colpi».

Dunque?
«Aspettare che passi la tempesta. Puntare sui giovani e quando passa la crisi provare a riportare grandi giocatori. Servirebbero più stadi di proprietà: c'è troppa differenza con il calcio di altri paesi. Mi mette tristezza vedere il campionato italiano, stadi semivuoti. Manca appeal, le società non hanno gli introiti delle squadre inglesi e tedesche».

Torneo di basso livello...
«Mi sembra il livello più basso di sempre. Eravamo abituati ai più grandi del mondo. Un dispiacere. Ma spero si possa tornare a primeggiare».

Allora ha ragione Capello: Juve forte perchè mancano grandi contenders....
«Si, una volta c'erano giocatori più bravi che rendevano le squadre più forti. C'era più competitività. Ma non significa che la Juve non meriti. La classifica dice la verità: in questo momento è la più forte. Napoli e Inter possono competere. Lazio e Fiorentina sono le sorprese. La Roma può avere un grande futuro».

Montella o Zeman: quale calcio sceglie?
«A me piace quello di Zeman: prima si vedeva di più che la squadra era sua. Dico Lazio, prima Roma, Foggia. Sono contento per Montella: è giovane, ha fatto un buon lavoro, gioca bene».

E la Juve in Europa?
«Il suo girone non era così semplice..... È squadra solida, ora si gioca tutto in due partite. Forse è meglio. Ha la qualità per far fuori anche le più forti».

Tornando in Inghilterra: si aspetta di veder tornare prima Mourinho o Cristiano Ronaldo?
«Fossi in loro rimarrei al Real: è il più grande club al mondo. Forse Ronaldo rimpiange Manchester, però mi sembra che costi tanto. Vediamo a giugno».

Un pronostico per la Champions?
«La vince il Real».

Una sorpresa in Europa?
«Shaktar o Borussia».

Una in Italia?
«Fiorentina, Lazio o Roma»

L'italiano in carriera?
«El Shaarawy. Mi ha sorpreso molto. È migliorato tantissimo. Sembra quasi abbia una grande esperienza. È decisivo. Fra l'altro, mi sembra intelligente: ti fa arrivare prima. Lo avevo seguito al Padova: non pensavo di vederlo a questo livello così in fretta».

Chi sarà top in Europa?
«Chi se non Messi? Uno che ti segna 91 gol in un anno. Però metto Ibrahimovic e Ronaldo dietro».

Chi sceglie tra Messi e Maradona?
«Maradona era marcato a uomo, più difficile segnar gol. Messi sembra che giochi con i bambini piccoli. Non c'è gran differenza. Però Maradona ha vinto un mondiale quasi da solo».

Il top italiano?
«Pirlo, nonostante l'età, è ed è stato uno dei più grandi al mondo. Ma dietro metto El Sharaawy».

L'antijuve?
«Conte ha fatto un grande lavoro. La Juve vincerà ancora. Vediamo l'Inter. Dopo il successo sulla Juve, pensavo potesse raggiungerla...Invece».

Dallo sport (non solo calcio) italiano fuggono pure i tecnici: esercito...
«Conta il fattore economico. Ma credo sia un motivo d'orgoglio per l'Italia. Da noi si sta bene, è la nazione più bella del mondo, ma restiamo troppo a casa».

Non rischiamo di dissipare patrimoni tecnici?
«Sarebbe l'ora del largo ai giovani: nel calcio e anche in politica. I presidenti devono aver pazienza e non cambiare 66 allenatori all'anno. Nello sport i nostri tecnici sono i più bravi».

Giovani? E Balotelli che dice: penso di essere più intelligente della norma...
«Non l'ho letta, però ce lo dimostri. Mario è strabiliante, ragazzo d'oro fuori dal campo ma ti mette in difficoltà».

È ancora in tempo per non finire male?
«Ha l'età dalla sua: ha vinto tanto, può vincere moltissimo. Ma dovrebbe essere quello che ti fa vincere. Sarebbe un delitto buttare via tutto. Speriamo capisca».

Lascerà Manchester?
«Al momento no. Lo sceicco Mansour ha un debole per lui. Nessuno ha parlato con noi, io ho bisogno di 4 attaccanti. A giugno può essere».

E Mancini dove sarà, cosa augura a se stesso?
«Starà qui, nonostante il freddo. Atmosferico, s'intende. Spero di ripetere l'anno passato, nonostante lo United sia così avanti. Mi auguro di lasciare il segno».

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