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"Ci hanno maltrattato però il nuoto è pronto a far sognare ancora"

Il presidente Fin: "Piscine scordate dal governo, impatterà sulla salute. Ma ora le medaglie..."

"Ci hanno maltrattato però il nuoto è pronto a far sognare ancora"

Ancora qualche giorno e tornerà sulla bocca di tutti. Se l'atletica è la regina dei Giochi, il nuoto rappresenta il re indiscusso. Per noi italiani molto di più, una vera boccata di ossigeno, quando l'ossigeno sono le medaglie. A Rio furono otto, di cui una d'oro, e «benché senta previsioni fin troppo ottimistiche, ripetere quell'exploit sarebbe per noi già un successo». Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e del nuoto europeo, la Len, tiene il freno a mano tirato sull'argomento. Un po' è scaramanzia, un po' è consapevolezza che nelle ultime settimane non tutto è girato per il verso giusto. «Penso a Simona Quadarella, penso a Gregorio Paltrinieri» dice. «Tutti i nostri ragazzi hanno dato il massimo e su questo siamo sereni, ma i nostri leader come Greg e Simona hanno avuto problemi. Paltrinieri (che punta a 1500 sl, 800 e 10 km) ora si è ripreso, sta bene fisicamente, però ha perso 15-20 giorni di allenamento per la mononucleosi... mannaggia, vediamo che succederà. Quanto a Simona, ha avuto nell'ultima settimana una brutta infezione intestinale e si sta riprendendo ora... Greg e Simona sono i nostri assi nella manica, ma i rivali sono ovunque».

Ora il Paese degli appassionati vi attende, nuoto sotto i riflettori, però in questo anno e mezzo di pandemia l'altro Paese, inteso come Governo, vi ha maltrattati.

«Se per maltrattati s'intende che le piscine sono state dimenticate da Governo e Parlamento, e tra gli impianti sportivi sono quelle che hanno più sofferto, allora sì, è così. E lo sottolineo. Perché noi andiamo ad acqua calda, i costi sono enormi».

Adesso va meglio.

«Ma comunque in futuro ci sarà un vuoto generazionale a livello agonistico, perché in queste due stagioni i giovani talenti o futuri talenti sono stati costretti, purtroppo, a fare poco o niente. Il problema non riguarda solo i possibili futuri campioni, il problema è ancora più importante per i cittadini che hanno dovuto praticare attività motoria a singhiozzo e, meno di tutti, coloro che andavano in piscina. Noi siamo furiosi perché c'è stata una totale assenza di ristori adeguati; sono stati dati ad altri settori, per carità, tutti hanno sofferto, ma non sono stati destinati agli impianti sportivi e in particolare ai gestori delle piscine che, ferme, sono sanguisughe di costi».

Saremo più malati.

«In Parlamento l'ho detto chiaramente: noi siamo responsabili di un futuro in cui ci saranno molti ciccioni malaticci, ho detto così, conseguenza che invece avremmo potuto evitare aiutando impianti e piscine a restare aperti. Mezzi pubblici e scuole elementari erano aperti e le piscine no. Suvvia... Tanto più che il nostro protocollo era stato valutato anche dal Cts e certamente quanto a sanificazioni e distanze possono fare di più gestori e allenatori che autisti di bus o povere maestre con mille cose da fare».

Il covid ci ha tormentato e tormenta. Anche adesso, ai Giochi, e non sono ancora iniziati.

«C'è allarmismo, me ne rendo conto, si rischia la psicosi, ma questo è l'effetto di una mole incredibile di controlli giornalieri che stanno creando una barriera a Tokyo. Dopo di che i casi ci saranno. Ai recenti europei juniores qui da noi a Roma, 2 casi su 1200 atleti. È matematica, è statistica, in Giappone il movimento olimpico coinvolge 20.000 persone, per cui i conti sono presto fatti. Ma è la barriera che funziona a produrre i casi».

C'è chi dice «Giochi a rischio».

«Le olimpiadi inizieranno e si completeranno. Ovvio, bisogna augurarsi che non si creino, con positività e defezioni, disallineamenti nei valori agonistici fra atleti».

Ecco, gli atleti. Dei nostri leader ha detto. Dei giovani?

«Voglio che facciano esperienza, anche Benny Pilato, che ha tutti gli occhi addosso, grande talento nei 50 rana, ma ai Giochi ci sono i 100, e nel nuoto 50 più 50 non fa cento. Non deve aver pressione, il suo obiettivo è arrivare in finale, ma ha già fatto tantissimo».

E Federica Pellegrini, quinta Olimpiade?

«Sta portando a termine una preparazione superlativa, era quello che voleva per arrivare in piena forma e serena. È un fenomeno vivente e per lei sarà fondamentale entrare nella finale dei 200. Ha molta concorrenza, ma una volta lì...».

Questo per il nuoto. E pallanuoto e le altre discipline?

«Il Settebello va a Tokyo con grandi ambizioni, benché i rivali siano in forte crescita, penso a Serbia, Croazia, Ungheria. Nei tuffi abbiamo giovani emergenti, poi nel fondo con la Bruni e ovviamente Paltrinieri.

Quanto al sincronizzato, c'è l'opportunità per scalare altri gradini verso il podio».

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