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Dall'India a Portorico: ultimi ma felici

Khan, a 38'' da Odermatt. Il giamaicano Alexander: "I Giochi per tutti"

Dall'India a Portorico: ultimi ma felici

Nella giornata di ieri, le sedi olimpiche di Pechino, Yanqing e Zhangjiakou si sono risvegliate di bianco, con una temperatura ben al di sotto dello zero e un'abbondante nevicata. Certo non le condizioni ideali per quegli sciatori occasionali, provenienti dai Paesi del terzo mondo sportivo e abituati ad un altro clima. Ma non si sono tirati indietro. Per loro, infatti, vincere non è l'obiettivo principale. Ne sa qualcosa l'indiano Arif Khan, finito a quasi 38 dal fresco campione olimpico Marco Odermatt. Un'eternità nel mondo dello sci, ma, in fondo, che importanza ha? «Di solito scio meglio, c'era scarsa visibilità ma volevo solo finire la gara», ha spiegato Khan, l'unico atleta dell'India a Pechino 2022.

Peggio di lui ha fatto Benjamin Alexander, primo atleta giamaicano a gareggiare in un evento olimpico di sci alpino: si è piazzato ultimo in entrambe le manche. «Questo è per quelli che credono di non farcela. Spero di essere d'ispirazione per tutti i bambini che sognano le Olimpiadi, perché tutti possono sognare un giorno di partecipare ai Giochi. Ora mi fanno male le gambe, datemi una birra...», ha aggiunto Benjamin, che ha iniziato a sciare solo sei anni fa.

Fra gli impavidi dello sci, c'è anche un sopravvissuto: il portoricano William Flaherty, a cui era stata diagnosticata una malattia rara quando aveva 3 anni. Per i medici, le speranze di vita erano ridotte al lumicino. Ma dopo aver subito 30 operazioni ce l'ha fatta e si è presentato in Cina al cancelletto di partenza. Infine, c'è anche spazio per la storia dell'haitiano d'Italia: Richardson, 19 anni, è stato adottato dai Viano, una coppia torinese.

Ha scoperto le Alpi ed è diventato così il primo del suo Paese a prendere parte alle Olimpiadi invernali.

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