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De Ligt, la mano non è de dios: Olanda ko

Juventino espulso via Var. Un caso i colori Lgbt negati nello stadio

De Ligt, la mano non è de dios: Olanda ko

La prima sorpresa dell'Europeo è firmata Repubblica Ceca, che elimina l'Olanda delle tre vittorie consecutive. Ha sorpreso il risultato, un 2-0 che avrebbe potuto anche essere più rotondo, ma soprattutto il modo, con gli uomini di Silhavy che hanno ridotto alla totale impotenza gli oranje di Frank de Boer, autori di un solo tiro in porta in tutta la gara. Ha pesato molto l'espulsione di De Ligt dopo dieci minuti nella ripresa, che ha rotto gli equilibri dei tulipani e messo a nudo la fragilità di De Boer, incapace di elaborare un piano B per tamponare l'emergenza. L'uomo copertina è stato il mediano Tomas Holes, che prima ha sbloccato il risultato con un colpo di testa da distanza ravvicinata, quindi ha fornito a Patrick Schick l'assist per il raddoppio. L'ex Roma si è così portato a quota 4 reti, vice-capocannoniere del torneo alle spalle di Cristiano Ronaldo.

Alla Repubblica Ceca è bastato bloccare l'asse Wijnaldum-Depay per togliere pericolosità all'Olanda, che nel primo tempo non ha creato una sola occasione da gol. La palla giusta per i «Tulipani» è capitata all'inizio della ripresa a Malen, bloccato però dall'uscita di Vaclik. La svolta è arrivata con l'espulsione di De Ligt per un fallo di mano volontario, mentre stava cadendo, che ha fermato Schick lanciato a rete. Decisivo l'intervento del VAR nel correggere l'arbitro, che in un primo momento aveva solo ammonito lo juventino. In dieci, l'Olanda non ha più saputo cosa fare e i cambi di De Boer non l'hanno aiutata.

Le scintille l'Olanda le ha riservate alla Uefa nel pre-partita, quando un portavoce oranje denunciava che all'ingresso della Puskas Arena le autorità preposte alla sicurezza avevano sequestrato ai tifosi le bandiere arcobaleno che intendevano portare all'interno dello stadio. Un'accusa alla quale la Uefa ha replicato con un comunicato nel quale dichiarava di non considerare politici i simboli con i colori dell'arcobaleno. Di fatto, la Uefa ha scaricato la colpa sugli ungheresi generando un piccolo cortocircuito: in Germania fu lei a decidere sulla questione dell'Allianz Arena, mentre in Ungheria decidono gli ungheresi.

L'ennesima falla di una gestione mediatica complicata.

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