Calcio

Diritti tv, la partita di un calcio troppo povero

La Lega esige un miliardo di euro, le tre sorellastre, Dazn, Sky, Mediaset si tengono a distanza, la sola Dazn, che non sta benissimo contabilmente non soltanto in Italia, si è fermata ad una offerta di 750

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Sosteneva Lorenzo Casini, presidente della Lega di serie A: «Infrastrutture, risorse e ambito culturale sono i tre pilastri del calcio, abbiamo modificato la legge Melandri per la commercializzazione dei diritti tv all'estero e in Italia con contratto a 5 anni». Parole e progetti durante il convegno del Il Foglio sportivo a San Siro. Le chiacchiere stanno a zero, usando una frase spiccia che rende l'idea. A questo punto avremmo dovuto vederci chiaro, dove il gioco di parole significa la storia ormai stucchevole dei diritti televisivi del nostro calcio.

Tutto sospeso, forse domani una risposta ma fino al 15 di ottobre la finestra resterà aperta anche se l'aria non è proprio sana. La Lega esige un miliardo di euro, le tre sorellastre, Dazn, Sky, Mediaset si tengono a distanza, la sola Dazn, che non sta benissimo contabilmente non soltanto in Italia, si è fermata ad una offerta di 750, Mediaset è pronta a quota 100 per una partita in chiaro, Sky aggiungerebbe 87 milioni per il cosiddetto pick, cioè la scelta delle tre partite in co-esclusiva. Rai e Mediaset sono in contesa per i diritti sulla coppa Italia e della supercoppa.

La fotografia riassume lo stato del nostro football alla ricerca di un valore perduto tra debiti colossali e vergogne giudiziarie. Il recupero in extremis della Juventus non eccita le offerte, considerato lo stato dell'essere bianconero fuori dalle coppe europee; la legge sulla pirateria illude chi prevede un aumento di offerta dei broadcaster, la trattativa è condotta in modo non imprenditoriale ma di bassa politica, gli attori non guardano oltre il proprio naso, l'egoismo ha la prevalenza sulla progettualità, i tifosi chiedono una risposta, la crisi economica riguarda tutti, gli abbonamenti hanno cifre pesanti, in alcuni casi non garantiscono il servizio sottoscritto.

Ps: il rapporto con la Premier League provoca disagio: 5 miliardi e 800 milioni di euro per i diritti di trasmissione nel Regno Unito (periodo 2022-2025), dunque 1 miliardo e mezzo a campionato, il doppio di quello che offre Dazn, e 5 miliardi e 950 per i diritti nel resto del mondo.

Il tempo delle mele (dorate) è lontanissimo.

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