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Dumfries, una satira mal riuscita e le scuse

Denzel su Theo: "Striscione per niente intelligente". Al pallone serve più ironia e meno volgarità

Dumfries, una satira mal riuscita e le scuse

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Dumfries, una satira mal riuscita e le scuse

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Un antico detto sostiene che lo scherzo deve mordere come la pecora, non come il cane. Ora senza che si inalberino quelli dell'Oipa (organizzazione internazionale protezione animali), già sul piede di guerra perché un improvvido tifoso interista ha dipinto una mucca degli amati colori e l'ha trascinata nel mezzo della festa di popolo, val la pena tener a mente l'antico detto. E magari insegnarlo ai calciatori, ancora una volta accusati di satira, caricature e allusioni con eccessi di volgarità. Stavolta il j'accuse punta su Denzel Dumfries che ha innalzato, dal bistellato pullman, un cartello a mostrare Theo Hernandez, con il quale in campo non va proprio d'accordo, tenuto al guinzaglio: guarda caso come un cane che morde, o nel ricordo dei cani di Theo. E, ieri, Dumfries si è scusato definendo per niente intelligente il comportamento. Scivolone da giovane eccitato, e forse poco avvezzo a vincere, e che magari porterà qualche problema nel rinnovo del contratto. L'olandese pretende un aumento di ingaggio, l'Inter è ferma a 4 milioni. Dumfries ha chiesto tempo, ma il tempo sta per scadere.

Invece sul caso satira non è il solo, nel mondo calcio in genere, che manca di quello che Casini, presidente della Lega, ha definito: «Scarso buon gusto. Sul quale lavorare». Capitò ad altri. Tutti ricorderanno lo striscione che diceva Lo scudetto mettilo nel c innalzato dal milanista Ambrosini nei festeggiamenti Champions. E la scarsa fantasia di Maignan e Krunic che replicarono l'idea con minima variazione( La coppa Italia mettila nel c.) durante l'ultimo scudetto. Oppure il poco cavalleresco invito di Ibrahimovic al mandar messaggi a Calhanoglu. Di recente la trovata del romanista Mancini: sventolare una bandiera laziale con un topo davanti ai tifosi, a derby vinto.

Eccessi d'accordo. Un malinteso senso della satira che deve essere velenosa: possibilmente non volgare. Però in un Paese dove dirigenti calcistici e perché no, i politici, ci fanno vedere e sentire di tutto, sarebbe meglio evitare prediche. Semmai, come dice il Casini del calcio, andrebbe spiegato ai giocatori che certi gesti producono danni nelle giovani generazioni. Poi terminologie volgari, coretti ammiccanti ai casi scabrosi del pallone, fanno parte del folklore considerando che l'ambiente tifoso è ricco di passione, non altrettanto di sana cultura e senso civico. Comunque la Procura Figc ha aperto un fascicolo sul caso Dumfries. E di solito tutto si risolve in una multa. Mentre l'Oipa sporgerà denuncia alla Procura di Milano per difendere i diritti della povera mucca (con le macchie bia che fa il paio con l'asinello vestito, l'anno scorso, dei colori del Napoli. Certo, non tutti hanno la fortuna di avere una zebra come simbolo: in quel caso non c'è bisogno di travestimenti.

In fondo, è tutto un gioco fra consimili: anche l'uomo è un animale.

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