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Dzeko-Lukaku, ma l'Inter sa come si fa

Il dubbio verso il City. Però i nerazzurri hanno già dimostrato di poter "aggredire" chiunque

Dzeko-Lukaku, ma l'Inter sa come si fa

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Un anno fa, più o meno come oggi, l'Inter costruì la squadra facendo di Lukaku l'emblema del suo mercato, il grande ritorno in leasing per la seconda stella. C'era ancora la possibilità di chiudere per lo svincolato Dybala, e in realtà ci fu per molto tempo ancora, ma la scelta tecnica prevalse su quella economica. Oggi Dybala sarebbe patrimonio dell'Inter, invece a Lukaku resta da giocare una sola ultima partita, e poi si vedrà. Un anno di Big Rom è costato 20 milioni, fra prestito e ingaggio: con la stessa cifra l'Inter avrebbe pagato Dybala per un paio di stagioni e ne sarebbe contemporaneamente diventata proprietaria del cartellino. Eppure tutti, da Zhang a Inzaghi votarono per il colpo in leasing.

Lukaku è in grande forma e si è visto anche contro il Torino. Per quale motivo non dovrebbe essere lui il titolare di Istanbul accanto all'intoccabile Lautaro Martinez? È pensiero diffuso che se Inzaghi gli ha fatto giocare per intero l'ultima gara di campionato, significa che contro il Manchester City il titolare sarà Dzeko. Può essere, ma sarebbe un errore. Lukaku è quel che serve all'Inter per incendiare la partita, aggredire il rivale, metterla sul piano della forza più che su quella del palleggio.

La semifinale del Real Madrid ha dimostrato ciò che non si deve fare contro Guardiola, cioè aspettare e ripartire. I Citizens, sono più bravi e più forti. La rotta l'ha invece indicata lo United nel derby di FA Cup: l'unica speranza per fermarli è aggredirli e i Red Devils l'hanno fatto pur dovendo riprendersi dal gol subìto a freddo dopo 13 secondi, una mazzata che avrebbe travolto chiunque.

Nei 2 mesi che hanno segnato la rinascita dell'Inter, Inzaghi ha più volte travolto l'avversario, proprio partendo fortissimo. Chiedere alla Juventus nel ritorno di Coppa Italia o al Milan nell'andata di Champions, 2 gol subìti in 11 minuti, per non dire dell'Atalanta, sotto 0-2 dopo nemmeno 3 minuti. O al Benfica al ritorno, quando dopo nemmeno un quarto d'ora, Barella aveva già spento le flebili speranze portoghesi di rimonta. E anche col Toro, pur se il gol del vantaggio è arrivato in coda al primo tempo, già al 6' Lautaro aveva avuto l'occasione per segnare.

Dzeko e Lukaku in stagione hanno segnato entrambi 14 gol. Big Rom però l'ha fatto giocando molto meno del compagno (1955' contro 2836). Oltretutto, dopo l'ultima sosta in cui si rilanciò con la maglia del Belgio (4 gol tra Svezia e Germania) rientrando in nerazzurro ha segnato 9 volte in 2 mesi esatti, in cui ha giocato 10 volte da titolare in campionato (7 gol, 5 assist), mentre in 7 è subentrato nelle Coppe (2 gol e 1 assist). Dzeko o Lukaku è l'unico grande dubbio di Inzaghi. Mkhitaryan è guarito, ma non gioca dal 16 maggio, difficile ipotizzarlo titolare. Per Dimarco l'assenza a Torino dovrebbe essere stata solo precauzione.

Una cosa che l'Inter in questa settimana non dovrebbe fare è evitare che filtrino voci di mercato, destabilizzanti a un passo dalla storia. L'ultima riguarda Nacho, 33enne difensore di scorta del Real Madrid, in scadenza di contratto.

In Spagna giurano che abbia firmato un triennale con l'Inter, l'ennesimo parametro zero nel mercato della creatività (e necessità) di Zhang e Marotta.

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